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IL PROCESSO

Pinerolo, l’ex parroco sotto processo: “Ci chiedeva soldi, ci fidavamo”

Le testimonianze in aula confermano le continue richieste di denaro e la fiducia concessa nonostante i mancati rimborsi

Pinerolo, l’ex parroco sotto processo: “Ci chiedeva soldi, ci fidavamo”

Don Paolo Bianciotto

Prosegue al tribunale di Torino il processo a carico di don Paolo Bianciotto, 82 anni, ex parroco della chiesa Madonna di Fatima di Pinerolo, accusato di circonvenzione di incapace. Mercoledì 18 marzo 2025, sono stati ascoltati tre testimoni: due fedeli pinerolesi e un amico del sacerdote. A chiamarli in aula è stato il pubblico ministero Francesco Pelosi. Secondo l'accusa, don Bianciotto avrebbe approfittato della fragilità di alcune persone per farsi consegnare ingenti somme di denaro. I testimoni sentiti oggi hanno confermato che le richieste economiche da parte del parroco erano frequenti e coinvolgevano diversi parrocchiani, non solo le presunte vittime indicate nel capo d’imputazione. Una donna ha raccontato di avergli consegnato 150.000 euro come prestiti infruttiferi, senza che le somme siano mai state restituite. «Non è un problema — ha detto — se e quando potrà, so che lo farà». Un’altra fedele ha riferito di aver dato a don Bianciotto 5.000 euro, apparentemente destinati alle attività della parrocchia. «Mi disse che me li avrebbe restituiti, ma non l’ha fatto. Io però non glieli ho chiesti: mi fido di don Paolo». Anche l’amico fidato del sacerdote, che gli aveva prestato 10.000 euro, ha dichiarato in aula: «Credo li abbia usati per le sue attività. So che aveva anche l’albergo e la casa vacanze, ma gli servivano per altro. Me li ridarà quando potrà». Oltre ai fatti contestati, risultano anche pagamenti in uscita per circa 800.000 euro, destinati anni fa a una donna e alla sua famiglia. Operazioni che non sono oggetto dell’imputazione attuale, ma che si aggiungono a quelle legate alle attività gestite direttamente dal sacerdote, tra cui una casa vacanze in montagna e un albergo al mare. Il processo riprenderà a ottobre, quando è attesa la testimonianza del vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, che in passato aveva deciso di non querelare il sacerdote, evitando così conseguenze penali più gravi. Nel procedimento si è costituito parte civile anche il figlio di due delle presunte vittime, rappresentato dall’avvocata Anna Baldacci. L’imputato è difeso dall’avvocato Simone Chiappori e nei prossimi mesi potrà fornire la sua versione dei fatti.

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