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IL FATTO
18 Giugno 2025 - 14:15
GIANFRANCO COLACE
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Giovanni Carella, investigatore privato indicato come il presunto “corvo” della procura di Torino. A Carella sono contestati i reati di diffamazione, calunnia e rivelazione di segreto d’ufficio, per aver fatto circolare dossier riservati contro l’ufficio giudiziario torinese, inviati a numerosi indirizzi istituzionali in tutta Italia, tra cui diverse procure della Repubblica. Nella prima udienza preliminare, davanti al giudice Cristian Mariani, si sono costituiti parte civile il Ministero della Giustizia, l’ex procuratore generale Francesco Saluzzo, l’ex pm Gianfranco Colace, trasferito dal Csm al Tribunale civile di Milano, e il colonnello dei carabinieri Luigi Isacchini. Tutti indicati come presunte vittime dell’attività di Carella. Secondo l’accusa, i documenti diffusi dall’investigatore contenevano atti coperti da segreto d’ufficio, accessibili esclusivamente a magistrati, personale di polizia giudiziaria o amministrativi in servizio. I pm milanesi Giovanni Polizzi e Cristian Barilli, titolari dell’inchiesta, ipotizzano che Carella abbia agito con la complicità di pubblici ufficiali ancora non identificati. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 21 ottobre, quando l’avvocato torinese Mauro Anetrini, legale di Carella, ha annunciato che solleverà un’ulteriore questione preliminare prima che si entri nel merito delle accuse.
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