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Il caso

Torino commemora le vittime della ThyssenKrupp: «Assassini ancora liberi»

Diciotto anni dopo il rogo, dolore e rabbia ancora vivi tra i familiari

Torino commemora le vittime della ThyssenKrupp: «Assassini ancora liberi»

Il sindaco Stefano Lo Russo durante la cerimonia

A diciotto anni dalla tragedia della ThyssenKrupp, il dolore delle famiglie dei sette operai morti nel rogo del 6 dicembre 2007 sembra non essere mai stato dimenticato. Lo si è percepito questa mattina al Cimitero Monumentale di Torino, durante la cerimonia al memoriale dedicato alle vittime, dove parenti, istituzioni e cittadini si sono riuniti per ricordare una delle più gravi vicende della storia del lavoro locale.

A prendere la parola è stata Laura Rodinò, sorella di uno degli operai. Ha scelto di chiamare accanto a sé tutti i familiari presenti, spiegando che «non ci sono tante parole da dire, basta vederci in faccia». Le sue sono state dichiarazioni dirette e senza mediazioni, rivolte ai responsabili della tragedia: «Gli assassini che sono ancora fuori dalla galera». Rodinò ha aggiunto che «un dolore così, una morte così penso che nessuno di noi la auguri al nostro peggior nemico, ma io lo auguro purtroppo ai maledetti assassini». Il suo appello alle istituzioni è chiaro: «Bisogna istruire i datori di lavoro perché tutti devono lavorare in sicurezza».

Il tema della prevenzione e della cultura della sicurezza è stato richiamato anche dalle autorità presenti, soprattutto dal sindaco Stefano Lo Russo, che ha definito i sette lavoratori «l’esempio dell’Italia migliore, quella del senso del dovere, del sacrificio, dell’amore per i propri cari». Ha parlato di «vite stroncate dall’incuria, dalla non capacità di cogliere l’essenza del nostro essere su questa terra, che la vita viene prima di qualunque altra cosa, del profitto, della performance, dei risultati». Lo Russo ha invitato a trasformare «la memoria in azione», sottolineando che la sicurezza sul lavoro richiede norme, controlli e sanzioni.

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