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Un passo verso l'inclusione: la corsa/camminata Just The Woman I Am entra nel carcere di Torino

Martedì 1° luglio una giornata di sport, salute e prevenzione per i detenuti del Lorusso e Cutugno

Un passo verso l'inclusione: la corsa/camminata Just The Woman I Am entra nel carcere di Torino

Piazza Castello colorata di rosa per l'ultima edizione di "Just The Woman I Am"

Primo luglio 2025, una giornata storica per Just The Woman. Si terrà, infatti, presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino una speciale iniziativa promossa nell’ambito del progetto Just The Woman I Am che, per la prima volta, porta i suoi valori di prevenzione, promozione dei corretti stili di vita, inclusione e parità di genere all’interno del contesto carcerario.

La giornata, in collaborazione con la Direzione dell’Istituto, il personale penitenziario e il CUS Torino, organizza la famosa camminata non competitiva presso il carcere, coinvolgendo fino a 100 detenuti, uomini e donne - e il personale dell’Istituto che vorrà prendere parte - in un momento di condivisione e benessere collettivo lungo il perimetro interno della struttura. Gli istruttori del CUS Torino proporranno un momento di riscaldamento pre-camminata e la mattinata si concluderà con un momento di break presso il punto ristoro offerto da Acqua Sant’Anna e Battaglio frutta con i loro prodotti.

L’iniziativa rappresenta un passo importante verso l’apertura del mondo carcerario a progetti che sappiano coniugare sport, salute, prevenzione e rieducazione, in linea con la missione sociale di Just The Woman I Am, promossa da Università di Torino, Politecnico di Torino e CUS Torino.

“Siamo onorati di poter dare continuità al progetto Just The Woman I Am all’interno del carcere Lorusso e Cutugno” - dichiara Riccardo D’Elicio, il presidente del CUS Torino - “nella convinzione che i valori di JTWIA possano offrire un contributo concreto al percorso di reinserimento sociale che il sistema penitenziario persegue. Entrare in carcere con Just The Woman I Am significa portare dentro un luogo di privazione della libertà, la possibilità di un nuovo sguardo: sul corpo, sulla salute, sulla relazione con l’altro. Insieme possiamo far sì che anche qui, dove spesso si perdono i contatti con il mondo esterno, si continui a coltivare il senso della dignità, dell’inclusione e della speranza”. Un’iniziativa dal forte valore simbolico e concreta, che apre un nuovo orizzonte di collaborazione tra mondo accademico, sportivo e istituzioni penitenziarie, nel segno di una società più giusta, consapevole e inclusiva.

 

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