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Il caso

Ambulanti contro il Comune: «Chiede soldi senza motivo»

Goia-Fenapi invia diffida al Comune di Torino: gli ambulanti accusano Palazzo Civico di addebitare bollette ingiustificate

Dai furti ai cantieri fermi, gli ambulanti in piazza

Dai furti ai cantieri fermi, gli ambulanti in piazza

Una diffida formale inviata direttamente al Comune di Torino, accusando Palazzo Civico di chiedere pagamenti «ingiustificati e inaccettabili» per le utenze post-dissesto del Cism, l’ex consorzio oggi in fallimento.
Secondo l’associazione Goia. – Fenapi, una delle principali sigle degli ambulanti, nelle ultime settimane molti operatori si sono visti recapitare richieste di pagamento per consumi che non avrebbero mai effettuato. «C’è chi - racconta il Goia - non si è mai allacciato e non ha mai utilizzato quei servizi», ma ora si ritrova ugualmente un conto da saldare. «Così scaricano sui mercatali anni di gestione fuori controllo».


Il bersaglio della protesta è chiaro: il Comune avrebbe lasciato per anni «un vuoto di controllo» sulla gestione dei consorzi, permettendo che si accumulassero debiti e situazioni irregolari. «E adesso – attacca il Goia – si tenta di far pagare agli ambulanti il prezzo della mala gestione. È illegittimo e moralmente inaccettabile». Gli operatori denunciano anche il clima di pressione, con ordinanze per chi non paga, dai toni «imperiosi e ingiustificati». Nella diffida, l’associazione chiede due cose precise: sospendere subito tutte le richieste di pagamento delle utenze contestate. Non legare il rinnovo delle concessioni alla firma di pagamenti «forfettari e non dimostrati».

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