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Le lauree che rischiano di lasciarti senza lavoro (e quelle che ti cambiano la vita)

Occupazione ai massimi storici, ma il divario tra facoltà rimane enorme

Le lauree che rischiano di lasciarti senza lavoro (e quelle che ti cambiano la vita)

Scegliere una laurea oggi è un atto di coraggio: significa decidere se dopo anni di libri e debiti universitari si volerà dritti verso un lavoro vero o se ci si schianterà contro il muro della disoccupazione. Ormai è una vera e propria scommessa, e i dati lo dimostrano. Il nuovo Rapporto AlmaLaurea 2025 lo dice senza mezzi termini: in Italia il destino professionale cambia radicalmente in base al percorso universitario scelto. 

La fotografia del mercato del lavoro sembra, a prima vista, rassicurante: 690 mila laureati analizzati, 81 atenei coinvolti, e un tasso di occupazione che nel 2024 supera persino i livelli pre-pandemia. A un anno dalla laurea lavora quasi l’80% dei giovani, dopo tre anni si sfiora il 90% e dopo cinque anni molti arrivano alla stabilità che tutti sognano. Bello, sì. Ma questa è la versione “vista da lontano”. Quando si entra nei dettagli, il quadro cambia — e parecchio. La ripresa non è un vento che soffia per tutti allo stesso modo. Informatica, ICT, ingegneria e tutto ciò che riguarda la sanità sono corsie preferenziali: un anno dopo la magistrale, più del 92% è già dentro al mercato del lavoro, spesso con stipendi decenti e contratti veri. L’area medico-sanitaria mantiene un profilo solido e costante. Economia, architettura, agraria e le scienze pure garantiscono un ingresso relativamente rapido nel mercato del lavoro e ottime prospettive nel medio periodo. Più indietro psicologia, linguistico, politico-sociale, comunicazione, arte e design, che però mostrano i miglioramenti più alti in assoluto nel quinquennio: segno che, quando la formazione si completa e il percorso professionale si struttura, anche questi settori trovano spazio.

Il report mette però in evidenza un fenomeno interessante: cresce il numero di chi arriva alla laurea in età più adulta, spesso già occupato. Per questi studenti “late bloomers” il passaggio verso il mondo del lavoro è meno traumatico, perché molti hanno già un contratto, competenze maturate sul campo e obiettivi più mirati rispetto a chi entra all’università subito dopo il diploma.

Classifica delle lauree per occupazione (dalle migliori alle peggiori)

(Tassi di occupazione: 1 anno → 5 anni)

1. Ingegneria industriale e dell’informazione — 92,9% → 95,6%

2. Informatica e tecnologie ICT — 92,7% → 93,9%

3. Medico-sanitario e farmaceutico — 87,7% → 93,9%

4. Architettura e ingegneria civile — 87,1% → 93,8%

5. Economico — 85,2% → 91,3%

6. Agrario-forestale e veterinario — 82,6% → 90,3%

7. Scientifico — 80,5% → 89,5%

8. Scienze motorie e sportive — 79,8% → 88,7%

9. Educazione e formazione — 80,2% → 86,9%

10. Politico-sociale e comunicazione — 74,6% → 86,7%

11. Linguistico — 71,5% → 86,5%

12. Psicologico — 60,7% → 87,0%

13. Giuridico — 58,1% → 84,6%

14. Arte e Design — 67,9% → 80,3%

15. Letterario-umanistico — 61,9% → 80,2%

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