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Prostituzione minorile
03 Maggio 2023 - 08:55
Periscope, la piattaforma di streaming di Twitter, veniva usata anche come vetrina per scambiare filmati hard per denaro, anche da minorenni. È quanto emerge dal processo a carico di un 32enne romano, che online si presentava anche con un nome femminile e avrebbe acquistato dei filmini amatoriali girati da una quindicenne che la immortalavano mentre praticava del sesso orale con il fidanzato. Delle scene che in qualche caso si svolgevano anche alla presenza della madre e della sorella minore di lei.
Le promesse via chat
L’uomo è accusato di sfruttamento della prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico: nel 2019 avrebbe indotto via chat l’adolescente a inviargli quel materiale in cambio di 1.500 euro, decurtati a 1.000 quando lei si rifiutò di coinvolgere la sorellina undicenne. Denaro promesso, ma mai accreditato sulla carta prepagata, intestata alla madre, di cui la ragazza gli aveva fornito l’Iban. «Durante una diretta ci chiese se volevamo fare soldi facili, noi abbiamo detto di sì e abbiamo iniziato a chattare con lui su Instagram. Poi ci lasciò il suo numero per farsi mandare il video su Whatsapp», ha riferito la ragazza durante l’udienza di ieri mattina, dov’è stata sentita in qualità di persona offesa.
Oltre alla vittima, assistita dall’avvocato Emanuela Martini, nei due processi si sono costituiti parte civile il padre della ragazza e la onlus “La caramella buona”, un’associazione che si batte contro la pedofilia e i reati commessi da “sex offender”.
Mamma sotto accusa
Il processo a carico del 32enne, che si svolge con il rito ordinario davanti al collegio presieduto dal giudice Marcello Pisanu, è un rivolo di quello a carico della madre della ragazza, che invece ha scelto il rito abbreviato (che si svolge a porte chiuse): è accusata di aver preso parte a quelle dirette e aver incoraggiato la figlia a scambiare foto e video erotici dietro promessa di denaro. La pm Lisa Bergamasco le contesta gli stessi reati. Nel rispondere alle domande dell’avvocato Giorgio Antonicelli, che assiste il presunto “cliente”, la 19enne ha parlato anche della madre e delle sue pressioni per farla iscrivere a delle app d’incontri. «Mi disse di iscrivermi a Badoo e di contattare 5 uomini, mi disse “non fare la santa”. Con uno di loro poi scambiai delle foto intime a pagamento».
Del caso si è occupato anche il programma Le Iene, che nel 2020 ha mandato in onda un’intervista alla madre, allora solo indagata. In quell’occasione la donna si era difesa dicendo di essere “troppo amica della figlia”. Ieri il collegio ha accolto la richiesta di acquisire al fascicolo quei due servizi su richiesta del pubblico ministero e della parte civile. Nell’attesa di una risposta dalla redazione del programma di Italia 1, il processo è stato aggiornato al 21 giugno.
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