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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA
28 Maggio 2023 - 09:00
Edoardo Ferrara, meteorologo di 3BMeteo
Morti, fango e frane in Emilia. Bombe d’acqua a Torino e in Piemonte. Un clima che da pazzo può diventare killer. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Edoardo Ferrara, meteorologo di 3BMeteo, secondo sito di meteo più visitato d’Italia, svela l’estate che verrà.
Emilia e Piemonte adesso, l’anno scorso Ischia e le Marche. Un’alluvione dietro l’altra. Che succede all’Italia?
«Premessa, l’Italia è da sempre un paese fragile, ma adesso a livello meteorologico c’è stato un cambiamento».
E quale sarebbe?
«L’alta pressione in questo momento è sbilanciata sul Nord Europa, prima invece era a Ovest e sbarrava la strada alle perturbazioni».
Quindi le alluvioni continue sono colpa dell’alta pressione?
«Sì, mancando l’alta pressione sull’Italia, siamo “scoperti” e in balia dei vortici ciclonici e questo, col clima più caldo del passato, favorisce fenomeni anche violenti».
Clima caldo e fenomeni violenti. Allora è vero che il cambiamento climatico ci porta più disastri?
«Non c'è un nesso di causalità diretta tra l'alluvione in Romagna e il cambiamento climatico. Tuttavia, in un ambiente più caldo le perturbazioni possono essere più violente: nel caso specifico, comunque, sono entrati in gioco altri fattori».
Quali sono questi fattori?
«L’incuria. Scarsa manutenzione degli argini, non pulire i fiumi. Un’alluvione è inevitabile, ma se non pulisci il fiume peggiori le cose. Inoltre c'è da considerare la particolare conformazione della Romagna, la presenza di molti fiumi, il rallentamento della perturbazione che ha scaricato ingenti precipitazioni sempre nelle stesse zone per diverse ore».
Allora di chi è la colpa di disastri come quello in Emilia? Più nostra o più della natura?
«Dipende, se costruisco la casa in un’area a rischio frana, e la casa crolla, l’80% della responsabilità è mia, e il 20% della frana».
Ci dobbiamo aspettare altre alluvioni violente?
«Purtroppo sì, ci dobbiamo attendere una maggiore frequenza di fenomeni estremi, ma è il nostro territorio ad essere così. La Val Padama è una valle alluvionale ad esempio, Romagna inclusa».
Avremo anche gli uragani come in Florida?
«No, lo escluderei. Il Mediterraneo non è l’Oceano Atlantico, al massimo avremo i “Medicane”, i cicloni tropicali mediterranei, che non sono certo uragani e hanno potenza ridotta rispetto a quelli americani».
E l’estate che sta arrivando, come sarà?
«L’anno scorso abbiamo avuto un’estate caldissima e con pochissime piogge. Quest’anno farà di nuovo caldo, ma non come nel 2022. E sarà un’estate più piovosa rispetto alla scorsa, soprattutto nel mese di giugno».
Quindi a breve arriveranno altri temporali?
«Sì, saranno intensi e più frequenti, certo non tutti i giorni. Ora siamo scoperti dalle correnti instabili».
Dobbiamo preoccuparci?
«Non più di tanto, i fenomeni estremi ci sono sempre stati in passato. La differenza è che oggi con internet viene tutto amplificato».
E il nostro Piemonte è a rischio?
«Per via della presenza delle Alpi, dove ci sono i maggiori accumuli di pioggia, il Piemonte è sempre una delle regioni a rischio alluvione».
Si può prevedere un’alluvione?
«Oggi sì, almeno in parte. Ci sono modelli fisico-matematici accurati che dall’analisi di segnali come pressione e umidità possono prevedere un evento e anche l’area di rischio. Ma dipende anche dalla natura dell’evento: l’alluvione in Emilia era prevista con 4 o 5 giorni di anticipo».
Però tutto questo non ha evitato i morti.
«Dipende anche dal comportamento della popolazione e da come vengono emesse e ascoltate le allerte. Ho letto che in Emilia un uomo è morto perché è andato in bici in una strada chiusa per precauzione. Sui social c’erano video di camion finiti nei fossi dopo aver provato a guadare una strada allagata. Il nostro comportamento fa la differenza».
Quindi pensiamo di essere esperti e non lo siamo?
«La meteorologia andrebbe insegnata a scuola come materia obbligatoria, perché ci riguarda tutti i giorni. Bisogna saper leggere le previsioni, ascoltare le allerte e avere gli strumenti per evitare la disinformazione».
Quindi è anche colpa dei media?
«Ci sono siti web che per qualche click in più allarmano la gente. Basta allarmismi, parlare sempre di “bombe d’acqua”. Così la gente non ci crede più e crede ai luoghi comuni».
Un esempio di luogo comune?
«Si dice “Fa troppo freddo per nevicare”. Falso, nevica anche quando fa troppo freddo, ma la neve è più fine. Oppure “non ci sono più le mezze stagioni”. Falso, primavera e autunno sono un po’ schizofrenici, ma ci sono».
Cosa pensa dei Fridays for future? Si battono per il clima ma nelle manifestazioni imbrattano strade e monumenti.
«Non voglio giudicarli. Sensibilizzare sul clima è giusto. Magari, ecco, forse usare un altro tipo di comunicazione sarebbe più corretto».
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