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scenari internazionali
02 Luglio 2025 - 08:05
Nelle scorse ore Donald Trump ha dichiarato che Israele avrebbe accettato le condizioni necessarie per un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato mercoledì attraverso un post pubblicato su Truth Social, il social network fondato dallo stesso Trump. Secondo l’ex presidente, una volta avviata la tregua si dovrebbero tenere negoziati più ampi per porre fine al conflitto.
La dichiarazione arriva a pochi giorni dall’attesa visita a Washington del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, prevista per lunedì. Trump ha fatto sapere di voler discutere con lui proprio della possibile tregua. Lo stesso giorno, parlando con alcuni giornalisti, l’ex presidente aveva espresso ottimismo su un accordo imminente, dicendo che potrebbe essere raggiunto già «la prossima settimana». Tuttavia, al momento nessun rappresentante del governo israeliano ha confermato ufficialmente le parole di Trump. Anche dal lato palestinese, la posizione di Hamas sulla proposta non è stata chiarita.
Fonti anonime vicine alla mediazione, citate dal Times of Israel, fanno sapere che diversi punti cruciali restano irrisolti. Tra questi, una delle questioni più spinose riguarda la gestione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Hamas chiede il ripristino del sistema precedente, che prevedeva la distribuzione degli aiuti tramite oltre 400 siti gestiti da organizzazioni internazionali. Da maggio, tale sistema è stato smantellato e sostituito con la Gaza Humanitarian Foundation, un'organizzazione voluta da Israele per controllare direttamente la distribuzione del cibo. Secondo alcune ong, questo nuovo meccanismo sarebbe stato usato da Israele come strumento di pressione sulla popolazione palestinese, in una situazione già duramente colpita da mesi di guerra.
Nel frattempo, i bombardamenti israeliani su Gaza continuano e la popolazione civile resta stretta nella morsa di una crisi umanitaria senza precedenti. L’annuncio di Trump, per quanto significativo, sembra dunque lontano dall’essere il preludio a una tregua concreta e condivisa da entrambe le parti.
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