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La storia
07 Aprile 2024 - 06:30
Aggredito, probabilmente con uno spray al peperoncino, e derubato di soldi, cellulare e documenti: è il triste racconto di Tommaso Bottalico, 74enne residente in una casa popolare di via Bologna insieme alla moglie Rosaria, malata di sclerosi multipla da 17 anni.
Il 23 marzo il pensionato era appena rientrato dal supermercato e stava sistemando la spesa quando alla sua porta si è presentata una donna: «Mi ha detto: “Sono Maria, Tommaso apri”. Ho guardato dallo spioncino e ho visto solo una chioma di capelli scuri: sembrava una donna, di spalle». Ingenuamente, il 74enne ha aperto la porta: «E’ stato un attimo: lei, dal pianerottolo dove si trovava, ha allungato il braccio e mi ha spruzzato qualcosa sul viso. Io sono andato all’indietro, sono caduto in terra e sono svenuto».
Al suo risveglio, la casa era un caos totale: l’aggressore aveva frugato tra cassetti ed armadi, lasciando tutto in disordine. E non solo. Il suo cellulare era sparito, idem i documenti: all’appello mancavano anche i bancomat, sia il suo che quello della moglie Rosaria. Chi è entrato, inoltre, ha portato via anche 350 euro in contanti.
Quando si è ripreso del tutto, Tommaso è andato a sporgere denuncia ai carabinieri della stazione Regio Parco. I militari hanno aiutato l’anziano nel blocco delle carte: «Ho dovuto rifare i documenti e andare all’Agenzia delle Entrate per chiedere il duplicato della tessera sanitaria: senza il codice fiscale non potevo chiedere un nuovo bancomat. E adesso ancora non ce l’ho: né il mio né quello di mia moglie. Non so come possiamo fare ad andare avanti se non risolvo la situazione» spiega Tommaso, preoccupato dalla trafila burocratica che lo attende prima di poter rientrare in possesso della sua carta.
Rosaria, sua moglie da quasi 50 anni, è sdraiata nel letto a pochi metri. Vicino a lei decine di scatole di farmaci ed un elenco di orari e dosaggi: a Rosaria, che vive praticamente allettata, è stata diagnosticata la sclerosi multipla dal 2007. A 66 anni non muove più gambe e braccia, purtroppo peggiora ogni giorno di più. Il giorno dell’aggressione non era in casa ma all’ospedale San Giovanni Bosco, dov’era ricoverata dai primi di marzo: «Mio marito l’ho trasformato in un infermiere... Si prende cura di me ogni giorno» mormora Rosaria, mentre Tommaso è intento a prepararle le medicine da prendere all’ora di pranzo.
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