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Teatro Stabile
20 Febbraio 2024 - 15:59
L'Otello al Carignano
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Come per molti classici anche per l’Otello di Shakespeare, nelle varie messe in scene teatrali, non sono mancate le riletture da parte dei registi, talvolta anche spericolate. L’hanno presentato in versione femminile, l’hanno attualizzato, l’hanno fatto parlare in napoletano. Kriszta Székely, invece, nel confrontarsi con il capolavoro shakespeariano, sceglie di spostare la chiave del dramma dal nobile e geloso Otello al perfido Jago. In questa forma lo vedrà il pubblico del Teatro Carignano dove l’“Otello” di William Shakespeare, diretto dalla regista ungherese e prodotto dal Katona József Színház e dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con la drammaturgia di Ármin Szabó-Székely, debutterà domani, giovedì 22 febbraio (ore 19,30), in prima nazionale e replicherà fino a domenica 25. Dopo il “Riccardo III” con Paolo Pierobon, la regista associata dello Stabile torinese firma, dunque, la regia di un altro classico affidato all’interpretazione di un cast di attori ungheresi. Lo spettacolo, infatti, è in lingua ungherese con soprattitoli in italiano.
Proprio come Riccardo III, anche Jago, spiegano dalla produzione, «è determinato a essere un cattivo e subordina tutte le sue azioni a questo scopo. Non vacilla, va avanti. Non si tira indietro di fronte a nulla. Diventa un uomo di spettacolo, un illusionista. È ferito: il suo capo non l’ha fatto colonnello, è rimasto capitano. Questa frustrazione e quest’odio cieco guidano tutto». E poi c’è Otello.
«Otello incarna l’outsider sempre presente che, per qualche meschino motivo, viene stigmatizzato, condannato ed emarginato: non può inserirsi nella società, ed è il bersaglio perfetto per la comunità che attraverso di lui sfoga la frustrazione, la rabbia e l’impotenza represse. Alla fine, diventa ciò che gli altri vogliono che sia: si libera dell’uniforme militare e scatena l’aggressione che uccide Desdemona». E qui intervengono i temi della contemporaneità.
«La regia di Székely non si limita a trattare il tema degli estranei, ma esamina sottilmente il cancro del nostro presente, la volontà distruttiva ed egoistica di potere, il meccanismo socialmente dominante delle fake news, e tratta anche sentimenti molto umani come la frustrazione causata dall’abbandono e la gelosia, che è una delle forze motrici dietro le azioni di quasi tutti i personaggi».
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