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Il caso - TUTTE LE FOTO

Assalto all'alba al grattacielo IntesaSanpaolo

Gli attivisti di Extinction Rebellion scalano il palazzo e srotolano uno striscione, ma arriva la polizia e denuncia tutti

«Bilancio 2022= concorso alla sesta estinzione di massa. E nel 2023?». È quanto si legge sullo striscione che gli attivisti di Extinction Rebellion hanno srotolato davanti al grattacielo di Intesa San Paolo mercoledì mattina. Altri hanno scritto messaggi con le bombolette davanti all'ingresso principale: «Intesa continua a investire, la vita continua a morire» e «Firmate su carta riciclata gli investimenti all'industria fossile?» sono alcuni degli slogan. I presenti sono stati identificati dalla polizia. «Siamo stati tutti perquisiti e denunciati», hanno detto i manifestanti, che poi hanno aggiunto: «Con questa azione vogliamo denunciare come Intesa Sanpaolo continui ad aumentare gli investimenti nei combustibili fossili, aggravando la crisi ecoclimatica e rallentando la transizione necessaria in nome del profitto. Dal 2015 a oggi Intesa Sanpaolo, una delle principali banche italiane ed europee, ha aumentato del 50% gli investimenti finanziari nei combustibili fossili, spendendo 22 miliardi di dollari in sette anni. In particolare Intesa continua a sostenere le trenta maggiori imprese intente a trivellare l'Artico, con una somma pari a 11 milioni di dollari nel 2022, per un totale che supera il miliardo dal 2016 in poi».

Il 7 dicembre scorso gli attivisti per il clima erano già andati al grattacielo di Intesa San Paolo per un'azione di protesta non violenta ma l'azione era stata bloccata dall'intervento della polizia che aveva perquisito i manifestanti prima che potessero metterla in pratica. Quell'episodio aveva portato alla notifica di 13 denunce per manifestazione non autorizzata e possesso d'armi per via degli estintori pieni di vernice che gli attivisti avevano negli zaini. Domenica scorsa, invece, gli attivisti di Extinction Rebellion assieme ai Fridays For Future avevano manifestato a Caselle contro i jet privati, additati come «il mezzo di trasporto più inquinante di tutti», ma erano stati fermati dalla polizia prima che mettessero in pratica la loro protesta non violenta. Dodici di loro sono stati condotti in Questura e identificati.

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