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i funerali

Striscione e fiocchi rossi per Mara Favro: «Ora vogliamo giustizia come per la Cecchettin»

Nella cattedrale di San Giusto a Susa l'ultimo saluto alla cameriera valsusina. Il fratello: «Sei stata sottovalutata e sfruttata»

Lo striscione fuori dalla cattedrale di Susa per Mara Favro. In primo piano, il fratello Fabrizio

Lo striscione fuori dalla cattedrale di Susa per Mara Favro. In primo piano, il fratello Fabrizio

Chiesa gremita. Fuori, uno striscione con sopra scritto: "Ciao Mara, ti vogliamo bene". «Ma ora vogliamo giustizia, non ci fermeremo qui, non ci arrenderemo mai. Chi conosceva Mara sa benissimo che non si è suicidata», dice Maria Antonietta Gentile, un'amica. Si sono celebrati oggi, sabato 6 settembre, i funerali di Mara Favro. Una funzione celebrata nella cattedrale di San Giusto, a Susa, per ricordare la 51enne cameriera valsusina scomparsa tra il 7 e l'8 marzo 2024 e ritrovata morta un anno dopo, nei boschi di Gravere. Le coccarde rosse, simbolo della lotta contro la violenza di genere, erano sulle magliette e le camicie delle donne che conoscevano Mara Favro. «Non possiamo permettere che questa storia venga archiviata. Dobbiamo fare rumore, com'è stato per Giulia Cecchettin», così le donne che reggevano lo striscione in ricordo della Favro.

«Mara era una persona meravigliosa, un animo cristallino e onesto. Era una una persona che non meritava tutto questo. Adesso attendo giustizia, per mia figlia, per me, per tutti», sono state le parole di Massimiliano Favro, ex marito della donna, all'uscita dalla chiesa. Mentre il fratello di Mara, Fabrizio, che fin dal giorno della scomparsa della sorella si sta battendo per conoscere la verità sulla sua fine, ha parlato così in chiesa: «Ciao Mara, oggi vogliamo semplicemente ricordarti per i sorrisi che hai sempre regalato a chiunque ti incontrasse, vogliamo ricordarti per la tua sensibilità, disponibilità, gentilezza e voglia di vivere, una voglia di vivere che contagiava tutti. Sei stata una splendida mamma, affettuosa e sempre presente, e prego solo che questo tuo addio così prematuro possa servire a tutti da insegnamento. Le persone che sono più fragili - ha concluso - meritano amore, rispetto e comprensione. E non possono mai essere sottovalutate e sfruttate». 

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