Cerca

Ospedali sotto inchiesta

Un ricovero su 5 può essere evitato, Agenas boccia la Città della Salute (ma brilla il Mauriziano)

L'Agenas fa la classifica degli ospedali per ricoveri, visite ed esami inappropriati, che aumentano le liste d'attesa

Ricoveri inappropriati, l’allarme Agenas: fino a uno su cinque e posti letto al lumicino

Troppe visite ed esami “inappropriati”, ma anche ricoveri che potrebbero essere evitati: ecco la zavorra della sanità, un fenomeno che pesa su posti letto e liste d’attesa, allungando i tempi per chi ha davvero bisogno di una degenza. E nella "classifica" degli ospedali italiani realizzata dall'Agenas, spunta una bocciatura per la Città della Salute.

Che cosa misura Agenas
Agenas, ossia agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, valuta l’appropriatezza dei ricoveri con algoritmi e parametri clinico-organizzativi. Percentuali elevate sono un campanello d’allarme: segnalano criticità nei percorsi di triage e accesso, nella rete territoriale e specialistica, e nella capacità di gestione dei flussi ospedalieri. Dove l’inappropriatezza è bassa, le prestazioni scorrono più rapidamente e le liste si sgonfiano.



La mappa degli ospedali sotto esame
Tra le aziende ospedaliere non universitarie, aprono la classifica negativa gli Spedali di Brescia (20,2%) e il Niguarda di Milano (20%). Seguono il Cardarelli di Napoli (18%), il San Gerardo di Monza (17,1%) e il Brotzu di Cagliari (16,6%). In fascia intermedia il Santa Croce e Carle di Cuneo (12,8%) e, più virtuoso, il Santi Antonio e Biagio di Alessandria (11,8%). Si distingue in positivo il Mauriziano di Torino, che scende al 9,4%.

Piemonte, luci e ombre fra Molinette e San Luigi
Tra le aziende ospedaliere universitarie, la Città della Salute di Torino è terza per inappropriatezza (17,2%), preceduta dall’Umberto I di Roma (19,1%) e dal Vanvitelli di Napoli, che guida con il 21%. Meglio il San Luigi di Orbassano (13,6%) e, soprattutto, il Maggiore della Carità di Novara (11,5%), nella parte più virtuosa dell’elenco.

Perché succede
Dietro a un ricovero “di troppo” possono esserci diversi fattori: una rete territoriale fragile, percorsi ambulatoriali non fluidi, differenze di triage, carenza di posti letto o di alternative organizzative come l’osservazione breve o la presa in carico domiciliare. La morale è semplice: dove il territorio regge, l’ospedale ricovera meno e cura meglio.

Che cosa serve ai pazienti
Rafforzare la medicina di prossimità, uniformare i protocolli di accesso, ampliare le soluzioni intermedie tra pronto soccorso e reparto, e monitorare in modo trasparente gli indicatori. È qui che si gioca la partita per ridurre i ricoveri evitabili e restituire ai pazienti tempi certi, letti disponibili e cure appropriate.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.