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Il castello di Lucento torna a splendere: «Pronto a riaprire al pubblico»

Terminati i lavori di riqualificazione, ospiterà mostre e un centro per adolescenti

Luci colorate all’esterno, dozzine di visitatori all’interno, tour guidati e un breve spettacolo conclusivo, con la partecipazione di media e istituzioni. Così la Fondazione Aief ha inaugurato il Castello di Lucento, riqualificato e quasi pronto alla riapertura al pubblico a poco più di un anno dall’inizio dei lavori. A luglio 2022 la Fondazione sottoscriveva gli accordi con la proprietà della residenza sabauda situata in via Pianezza 123, con l’obiettivo di restituirla alla cittadinanza con nuove funzioni da polo socio-educativo-culturale dedicato a bambini, giovani e famiglie, e solo a novembre iniziava la raccolta fondi a sostegno del progetto, completata in breve tempo grazie al contributo di oltre 50 partner sostenitori. «Sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta - ha dichiarato il presidente Tommaso Varaldo durante il discorso agli invitati -, in un anno abbiamo trasformato il castello in un nuovo polo educativo e culturale, e ci auguriamo che bambini, ragazzi e famiglie che decideranno di visitarci possano trovare in questo luogo una comunità pronta ad accoglierli».

Le attività prenderanno il via la prossima primavera, una volta ultimati i processi burocratici, e si snoderanno nelle sale dei tre piani del castello con un comune denominatore: la mostra permanente della collezione di opere d’arte contemporanea di Eugenio Bolley, cornice in cui tutto prende forma. Più precisamente, al piano terra dell’edificio apriranno una caffetteria con opportunità lavorative per under 30 e alcuni spazi per eventi socio-culturali (tra cui un salone polivalente), mentre il primo piano ospiterà un centro diurno socio-riabilitativo per adolescenti con patologie psichiatriche, in collaborazione con il reparto di neuropsichiatria del Regina Margherita, il dipartimento materno infantile dell’Asl di Torino e i servizi sociali che sostengono i giovani affetti dalle “nuove dipendenze”, ovvero uso-abuso dei social network, bullismo, cyberbullismo, isolamento sociale e autolesionismo. Infine, il secondo piano sarà lo spazio dedicato alle mostre temporanee collegate ai musei d’impresa, con possibilità di visita da parte delle scolaresche, mentre le aree esterne saranno condivise tra tutte le attività. «Un progetto significativo che ci motiva e ci dà speranza - ha dichiarato la vicesindaca Michela Favaro in chiusura - stiamo restituendo un luogo importante alla città, andando incontro alle fragilità dei ragazzi in modo intelligente, con responsabilità e con la bellezza dell’arte».

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