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02 Febbraio 2023 - 08:22
Tre anni ciascuno di condanna per i fratelli Giuseppe e Davide D’Arco, proprietari dell’azienda chimica Darkem di Scarmagno, ritenuti responsabili dell’esplosione e rogo della ditta avvenuto la notte del 30 maggio del 2016.
La sentenza di primo grado è stata pronunciata ieri pomeriggio dal giudice Antonella Pelliccia del tribunale di Ivrea che li ha ritenuti colpevoli dei reati di incendio e lesioni gravi colpose. Erano le 21.30 del 30 maggio 2016 quando il sito, su cui ancora oggi insistono le macerie del crollo, è stato interessato da un tremendo incendio, con quattro violente esplosioni, che hanno proiettato le macerie anche a grande distanza fino a investire le villette di Giuseppe Nesci e Pasquale Inzillo, travolgendo anche i mezzi di soccorso, un squadra di vigili del fuoco di Ivrea e una pattuglia dei carabinieri che nel frattempo erano arrivati sul posto. Fu un vero miracolo se non ci furono vittime quella notte.
A causare le esplosioni e l’incendio fu la presenza di materiali chimici pericolosi stipati in condizioni non di sicurezza come è emerso nel corso del dibattimento. La condanna spiccata dal magistrato eporediese è risultata superiore ai 2 anni e 10 mesi richiesti dal pm Valentina Bossi. In base alla nuova normativa (riforma Cartabia), però, potrebbero essere convertiti in lavori di pubblica utilità. La Bossi ha chiesto che questa concessione venga subordinata all’effettivo risarcimento di tutti i danneggiati e allo sgombero delle macerie. Per decidere, il tribunale ha fissato udienza al 29 marzo prossimo.
Tutti i danneggiati, dodici persone più il Comune di Scarmagno, hanno avuto risarcimenti provvisionali di 270mila euro totali (a Scarmagno 12mila). L’avvocato Andrea Castelnuovo, che ha assistito il Comune come parte civile in tutti questi anni, esprime grande soddisfazione per la sentenza. L’avvocato Stefano Rossi ha, comunque, annunciato che presenterà ricorso. «La giustizia ha fatto il suo corso e questa è una cosa positiva - ha dichiarato il primo cittadino di Scarmagno, Adriano Grassino - Certo sono soddisfatto perché si è concluso un procedimento che si trascinava e che ho seguito per anni in prima persona assistito dall’avvocato Castelnuovo. Rimane un nodo da sciogliere che sta molto a cuore al Comune e cioè lo sgombero dei residui dell’esplosione. Confido che si possa risolvere presto».
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