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Il Carnevale senza giovedì grasso: «Costi alti e motivi di sicurezza»

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Ivrea orfana, per la prima volta nella sua storia, della festa in maschera del giovedì grasso, il giorno più atteso (più ancora della battaglia delle arance) da tutti gli eporediesi. Una festa, quella di ieri sera, creata dagli “Amis ’d piassa dla Granaja” oltre 35 anni fa, cresciuta nel tempo fino a diventare incontenibile (e incontrollabile) e passata, nel 2019 e 2020, sotto l’egida della Fondazione che aveva trasformato tutto il centro storico in una grande area per il ballo con musica in filodiffusione e il dj a palazzo civico a scegliere la musica. Dopo due anni di assenza del Carnevale per la pandemia, la manifestazione è tornata, ma non la festa del giovedì sera. Troppo problematica per evidenti motivi di sicurezza e troppo costosa. L’ordinanza del Comune ha riproposto i divieti degli anni precedenti: niente vendita (già dalle ore 12 del 16) di bevande in contenitori di vetro o lattine, vietato somministrare o vendere superalcolici (cioè con un contenuto alcolico superiore al 21% del volume), tutte le feste pubbliche o private «devono terminare entro l’1,30». Alla stessa ora devono chiudere bar e locali. Servizi straordinari della polizia e dei carabinieri, con pattugliamenti degli agenti del commissariato. Nei giardini sopra la fontana Olivetti, serata in maschera e in musica organizzata dal gruppo Nwo. La Pantera nera si è ritrova in sede per una festa aperta a tutti quelli che sono arrivati in maschera o con indumenti delle pantere. Aperta anche Diavolandia, con una serata riservata agli iscritti per cena. Un bilancio di ciò che è avvenuto ieri sera a Ivrea lo si farà soltanto oggi, perché se è vero che i gruppi hanno garantito l’osservanza pressoché totale delle prescrizioni, è altrettanto vero che già dalle prime ore del pomeriggio le strade della città cominciavano a brulicare di migliaia di persone mascherate. In ogni caso, sia la polizia che i carabinieri hanno potuto contare su rinforzi di peso per controllare i nodi più importanti del centro città. «Non ci possono vietare la festa, quella vera, quella del giovedì grasso - commentano i più “fanatici” della manifestazione -, carnevale significa festeggiare senza limiti, d’altra parte in tutti questi anni abbiamo sempre dato prova di grande responsabilità».
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