l'editoriale
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11 Marzo 2023 - 08:05
Seduto sul letto, lo sguardo perso nel vuoto. Proprio come giovedì, quando i vigili di Pinerolo sono entrati nella sua casa e gli hanno tolto dalle mani il martello con cui aveva appena ucciso sua mamma. Ahmad Imran ha passato così le sue prime ore in carcere, ancora evidentemente sotto shock, proprio come lo avevano visto anche i vicini di casa mentre veniva portato via dai carabinieri: poche parole, nessuna richiesta. E ancora nessuna spiegazione per quanto fatto giovedì mattina.
Nel frattempo, proseguono le indagini per chiarire ancora gli ultimi dettagli dell’omicidio, anche se ormai dinamica e responsabilità sembrano piuttosto chiare. Oggi ci sarà l’autopsia sul corpo di Rubina Kousar e probabilmente arriverà la decisione del giudice dopo l’udienza di convalida che si è tenuta ieri. Dettagli, ormai, in una vicenda che ha lasciato profondamente sgomenti anche i colleghi del marito della donna, Alì Asghar, operaio che da sei anni lavora alla Nova Siria di Roletto.
«Un uomo perbene, educato e benvoluto - dicono i colleghi -. Non ha mai creato alcun problema ed è sempre stato un grande lavoratore». Nessuno commenta quanto avvenuto giovedì, anche perché si tratta di una famiglia molto riservata e probabilmente pochi o nessuno erano a conoscenza dei problemi creati negli ultimi tempi dal figlio maggiore. I colleghi e gli amici hanno avviato una raccolta fondi per aiutare la famiglia, che in questo momento è ospite da alcuni parenti a Torino, a sostenere le spese del funerale.
In città intanto ci si interroga sul se e come ricordare la donna. È probabile che un momento a lei dedicato sia inserito negli ultimi eventi in calendario per la ricorrenza dell’8 marzo.
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