Avrebbero voluto “invadere” piazza Castello con i trattori. Alla fine ne avevano uno solo più uno giocattolo, oltre a striscioni e a ceste vuote da regalare agli assessori regionali: sono gli agricoltori inferociti contro i cinghiali, che da anni distruggono i loro raccolti. A guidare la protesta di ieri è il Comitato amici ambienti rurali piemontesi (Coaarp), gruppo che raccoglie centinaia di contadini in tutto il Piemonte: «I cinghiali ci distruggono 150mila ettari l’anno, con danni stimati sui 7 milioni - tuona Ermes Camino a nome dei colleghi - E gli enti pubblici ci ripagano a distanza di 3 o 4 anni. Inoltre la Regione ci aveva promesso una soluzione con 25 operatori dedicati a questa emergenza. Invece ce ne sono sempre 4: siamo scesi in piazza perché ora vogliamo i fatti, altrimenti l’agricoltura morirà».
Un esempio della situazione arriva da Daniele Rossi: «Quest’estate io ho perso il 100% del granoturco e ho sradicato i noccioli, tanto i cinghiali li spaccano tutti. Almeno ci lasciassero mettere le gabbie in mezzo ai nostri campi». Il problema riguarda anche gli allevatori di bovini piemontesi: «Noi siamo super controllati mentre i cinghiali finiscono sulle tavole senza alcuna verifica - sottolinea Renato Cogno - Va contro la salute dei consumatori, oltre a essere concorrenza sleale verso di noi». Accanto ad agricoltori e allevatori si schiera anche il Tavolo Animali & Ambiente, che raccoglie una lunga serie di associazioni ambientaliste: «Di fatto è stato realizzato un allevamento di cinghiali allo stato brado - spiega Roberto Piana a nome del Tavolo - Le politiche della Regione in questo senso hanno fallito: d’altronde si è affidata ai cacciatori, che non hanno alcun interesse a ridurre il numero degli ungulati».
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A sostegno di questa battaglia, il Coaarp ha raccolto 7mila firme tra contadini, enti locali e cittadini: ieri le hanno consegnate in Consiglio regionale, nella speranza che le loro proposte vengano discusse a Palazzo Lascaris. «Abbiamo un problema e vogliamo una soluzione: finora nessuno ci ha voluti ascoltare» insiste Camino. Stavolta sono stati ricevuti dall’assessore regionale all’Agricoltura, che “ribalta” la responsabilità al livello superiore: «Bisogna sensibilizzare lo Stato su un problema di portata nazionale, affinché intervenga a sostegno delle Regioni per avere sempre più personale per le attività di controllo e di contenimento - fa sapere l’assessore Marco Protopapa - Temi ho già portato all’attenzione della Commissione politiche agricole e in Conferenza Stato - Regioni e che nuovamente ho esposto all’attuale Ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, quando l’ho incontrato la scorsa settimana».
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