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LA PARATA A ROMA
02 Giugno 2023 - 21:20
La storica Lancia Flaminia scoperta, scortata dai corazzieri a cavallo, lungo via dei Fori Imperiali
Le Frecce Tricolori in cielo su piazza Venezia e la storica Lancia Flaminia scoperta, scortata dai corazzieri a cavallo, che ha sfilato con a bordo il presidente della Repubblica, lungo via dei Fori Imperiali. Si è conclusa così la parata del 2 giugno per la Festa della Repubblica che ha visto marciare 5mila tra militari e civili, aperta da 300 sindaci con la fascia tricolore addosso in testa alla manifestazione. Ad aprire le celebrazioni, l’alzabandiera e l’omaggio all’Altare della Patria, come da tradizione.
Applausi e "selfie" per Meloni: «Chi l’avrebbe mai detto...»
A “passare in rassegna” la parata dalla tribuna delle autorità, Giorgia Meloni con i ministri Crosetto, Piantedosi, Giorgetti, Calderone, Sangiuliano, Zangrillo, Abodi e il sottosegretario Mantovano. La prima Festa della Repubblica per la premier, che ha evidenziato l’importanza di «capire che siamo tutti legati», esortando a «remare verso la stessa direzione» in un “tweet” del mattino. Pioggia di “selfie” e applausi alla fine della manifestazione. «Chi l’avrebbe mai detto...» ha commentato lasciando a piedi la via dei Fori Imperiali, non senza allargare le braccia e sorriderne.
«Viva le nostre forze armate»
La giornata si era aperta con i messaggi istituzionali del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A partire da quello inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. «Celebriamo oggi il 77esimo anniversario della nascita della Repubblica. I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale», rimarca Mattarella, evidenziano il ruolo costituzionale delle nostre forze armate nel «contribuire alla sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo», con la nostra presenza nelle missioni internazionali di pace. Mattarella, poi, indica anche «l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata» come «nuova sfida che attende le Forze Armate». L’Italia, ribadisce il presidente, nel conflitto ucraino s’è «fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza».
«Basta "cervelli in fuga", noi esportiamo talenti»
«In occasione della festa della Repubblica vorrei rivolgere un saluto ai connazionali che lavorano studiano e vivono all'estero. Ai cittadini di altri Stati che hanno origini italiane» ha esordito il presidente Mattarella rivolgendosi agli "expat". «Nel corso dei secoli tanti viaggiatori, esploratori, artisti, imprenditori hanno attraversato i nostri confini e hanno onorato l'Italia in ogni settore, disseminandolo di arte, bellezza, cultura, sapienza e "saper fare" accompagnate anche dalle migrazione provocata da condizioni di povertà. Tanti italiani hanno cercato fortuna altrove, creando ricchezza e civiltà grazie al lavoro e all'impegno, non senza iniziali difficoltà e diffidenze. Contribuendo «largamente», invece, «alla crescita economica e civile dei Paesi ospitanti integrandosi perfettamente» chiosa il Capo dello Stato. «Lavorare all'estero non dovrebbe più rappresentare per nessuno una scelta obbligata, non priva di rischi e disagi. Bensì, una opportunità specialmente per i giovani ed è responsabilità della Repubblica far sì che si tratti di una libera scelta: il bagaglio di esperienze umane e professionali maturato in altre realtà e in altri Paesi valorizza i talenti che vanno all'estero. Talenti preziosi, apprezzati, consapevoli. Si tratta di passare dalla "fuga del cervelli" alla circolazione dei talenti. Alimentando un circuito virtuoso di capacità e di competenze».
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