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Conformismi fetidi

Large football stadium with lights under cloudy sky

Foto Depositphotos

Se il senegalese Alfred Gomis, in possesso della nazionalità italiana e cresciuto nelle giovanili del Torino, fosse stato davvero forte avrebbe potuto essere convocato in Nazionale da Mancini, almeno come terzo portiere? Dopo aver girato un po’ di squadre italiane tra B e A oggi è titolare nel Rennes, gioca in Champions e sarà ai mondiali in Qatar con la nazionale del Senegal. La stessa domanda vale anche per gli attaccanti Balotelli e Kean, che in Nazionale ci sono già stati. La risposta è semplice: sì. Mancini non li ha convocati (è il suo compito) perché abbiamo giocatori migliori in quei ruoli. Non certo per razzismo. Eppure il giornale francese goscista Libération ci accusa (tutti gli italiani, non solo il Ct) di avere solo bianchi in squadra per razzismo. Nei social francesi si legge “Mussolini sarebbe orgoglioso, italiani razzisti, è la squadra del ku klux clan”. Ecco dove può arrivare l’odio razzista alla rovescia. Vorrebbero imporre le “quote nere” anche nel calcio, come già avviene nei film, nelle fiction Tv, persino a “ballando con le stelle”. E pretendono pure che tutti gli sportivi prima di giocare s’inginocchino per quella carnevalata del Blaks Live Matter. I sei giocatori azzurri che non l’hanno fatto a Roma prima della partita col Galles sono stati sepolti d’insulti sui social. Non sto neanche a dire che hanno fatto bene, quei sei, perché ognuno s’inginocchia quando, per chi o per cosa vuole. E’ troppo ovvio. Ma è triste vedere fino a che punto il Pensiero Unico Dem (politicorrotto, antifa, arcoballeno, gretino, Lgbt, Metoo, Blm e cancel) abbia pervaso le menti deboli anche in casa nostra. Non se ne può più. Giù le mani almeno dal calcio, compagni.

collino@cronacaqui.it
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