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Acqua calda a stelle e strisce

The New York Times and Boko Haram article on cover

Foto Depositphotos

Molti giovani rinunciano a portare le bretelle, o i calzini corti, o la camicia dentro i pantaloni dopo aver letto che il tale “influencer” non li sopporta. Ed è un peccato. Uno dovrebbe vestirsi e comportarsi come crede (e come riesce) senza cercare ad ogni costo l’approvazione altrui. L’hanno capito persino gli americani, massimi scopritori dell’acqua calda. Dico ‘massimi’ perché tanti, in tutto il mondo, scoprono l’acqua calda, cioè cose vecchie e risapute, ma nessuno le analizza, le codifica e le rivende per nuove come gli yankees. Il marketing (che essi spacciano per invenzione loro) ne è un esempio. Le sue regole e i suoi trucchi sono noti fin da quando al mercato si barattavano le merci perché il denaro non era ancora stato inventato. Il mercato è nato nella preistoria. Ma in Usa l’hanno studiato, sezionato, codificato (per esempio, hanno preso le grida che ancora oggi fanno i fruttivendoli dalle bancarelle e le hanno ribattezzate pubblicità...) e l’han chiamato marketing. E ce la vendono pure, questa loro acqua calda: conferenze, corsi, stages, libri, Dvd... Ecco ora sul NYT l’ultima loro “scoperta”: la miglior cura contro l’insoddisfazione esistenziale è l’indulgenza con se stessi. I vecchi slogan americani sull’autostima (“credi in te”, “non accettare mai un no immotivato come risposta”, “non mollare mai”) hanno lasciato il posto al più pragmatico, europeo, anzi mediterraneo, anzi napoletano: “se tu puoi tollerare i tuoi limiti, lo possono fare anche gli altri”. Una banale bastonata al perfezionismo. Che però, scritta sul New York Times, sembra nuova e geniale. Il loro prossimo slogan sarà “here nobody is silly”. Accà nisciuno è fesso.

collino@cronacaqui.it
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