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BUONANOTTE
09 Luglio 2023 - 06:31
Da 0 mt a 8849 la m... non cambia
Lo sapevate che gli scalatori che ogni anno salgono in cima all’Everest sono ormai un migliaio? E che al campo base lasciano quintali d’immondizia e persino le tende? E’ il lato cafone dello sport estremo. Ma c’è un’altra montagna, metà italiana e metà svizzera, la cui scalata ha un risvolto curioso, se non comico: il Matterhorn, che noi chiamiamo Cervino.
D’estate vi son giorni in cui sulla sua vetta arrivano fino a 70 alpinisti. Fino ai primi anni 2000 quelli di loro che venivano colti da bisogni corporali (liquidi o solidi), col cocuzzolo così affollato non avevano altra scelta che appendersi in sicurezza e far tutto nel vuoto. Il risultato era che le cordate in arrivo ricevevano in faccia tutto quel po’ po’ (è il caso di dirlo) di roba. Finché gli svizzeri (la cima è loro) hanno costruito un cesso, portando su muratori e materiali in elicottero.
Pensate: uno s’arrampica con corde, chiodi e staffe fino a 4478 m. affrontando pendenze di 5° e 6° grado (che non è roba da tutti) e, arrivato in cima, trova una piccola folla in coda al cesso. Ma succede una cosa peggiore in uno dei paradisi più esclusivi del Mediterraneo: l’arcipelago della Maddalena, dove in agosto sostano alla fonda, da quando lo sbarco è vietato, centinaia d’imbarcazioni.
Migliaia di persone, di cui una parte, come una volta sul Cervino, fa i bisogni dove può, cioè in mare. E in ogni caso mangia, e spesso butta rifiuti e lava i piatti in acqua. Peggio che in porto, dove ci sono i cassonetti e i Wc sulla banchina. Chi osa tuffarsi nuota in un mare che sarà pure color smeraldo e trasparente, ma è coperto da una sottile pellicola oleosa, e ci galleggiano qua e là escrementi e cartacce. Delizie del turismo di massa.
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