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L'Osservatorio sulle Infrastrutture di Confindustria e Unioncamere

Ferrovie, strade, metro: mancano dieci miliardi per le “grandi opere”

Su 72 progetti in Piemonte solo 23 sono in linea con i tempi

Ferrovie, strade, metro: mancano dieci miliardi per le “grandi opere”

Il cantiere del Tav in Valsusa, tra gli ultimi ad essere ripartiti

Tra ritardi, cantieri che non partono o di colpo si interrompono e risorse ancora da reperire, lo stato di salute delle “grandi opere” in Piemonte non è certo dei migliori, nonostante la ripartenza del Tav. Se il completamento della prima linea di metropolitana a Torino, risulta in corso, la seconda tratta è ancora ferma alla fase preliminare, mentre quasi la metà delle 72 infrastrutture monitorate dall’Osservatorio di Confindustria e Unioncamere, infatti, non è in linea con il cronoprogramma. E per almeno venti di queste tra ferrovie, tangenziali, varianti viabilistiche su strade statali o provinciali e piattaforme logistiche, come lo scalo di Orbassano, serve un cambio di passo sul fronte dei finanziamenti.

La tangenziale di Torino

«Diventa necessario accelerare le procedure per reperire dieci miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su opere essenziali per il Piemonte» evidenzia il presidente di Confindustria, Marco Gay, guardando ai calcoli dell’Osservatorio: il valore delle opere che dovrebbero essere completate entro il 2032 supera 23 miliardi di euro ma di questi ne risulterebbero finanziati soltanto 13,2. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza garantirà al Piemonte circa 4 miliardi di euro, che dovranno essere spesi entro il 2026 per il completamento di infrastrutture che partono dal completamento del Corridoio Mediterraneo del Tav con il potenziamento tecnologico della tratta Torino-Padova, passando per il Corridoio Reno-Alpi, l’elettrificazione della ferrovia tra Torino e Aosta, l’ammodernamento della Torino-Ceres, il potenziamento del nodo ferroviario del capoluogo, arrivando fino alla linea veloce tra Porta Nuova e Porta Susa. Tra il 2030 e il 2032 se ne aggiungeranno poi altre dodici, ma sono proprio le imprese a chiedere di non perdere il ritmo.

Il Comune di Demonte è ancora in attesa di una variante che liberi la cittadina dal passaggio di mezzi pesanti e autoarticolati

In linea con il programma di lavoro, infatti, risultano 23 cantieri su 72, almeno 20 hanno subito una frenata negli ultimi dodici mesi, altri 17 sono ancora una proposta sulla carta e solo tre sono stati completati: la gestione del rischio valanghe al Colle della Maddalena, l’ammodernamento della Torino-Milano e il potenziamento dell’Autostrada Ferroviaria Alpina. L’Osservatorio stima che entro il 2023 sarà ultimato il raddoppio del tunnel del Frejus, la seconda canna del Tunnel del Tenda, il potenziamento dell’interporto di Beura Cardezza nel Verbano, il collegamento tra il passante ferroviario e la Torino-Ceres. Sempre quest’anno, poi, potrebbero iniziare i lavori di adeguamento della ferrovia tra Bussoleno e Avigliana, ancora in attesa di bando. In grave ritardo, ad oggi, la variante di Galliate della Ferrovia Novara-Malpensa-Seregno, la variante di Demonte, la messa in sicurezza della frana a Quincinetto sulla autostrada A5 Torino-Aosta, il traforo tra Armo e Cantarana, il completamento delle varianti Castell’Alfero e Calliano sulla Statale 4576, l’ ammodernamento e l’adeguamento della quarta corsia sulla tangenziale di Torino e la tangenziale Est del capoluogo, il raddoppio della Ferrovia Torino-Pinerolo e la tangenziale di Cuneo.

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