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La speculazione sul nostro eroe

Messner degradato: non è più il Re degli 8mila

avrebbe mancato la cima dell'Annapurna per 5 metri...

Messner degradato: non è più il Re degli 8mila

Il Re della montagna Messner

"Messner conquista l'Annapurna" titolò l'ANSA il primo maggio del 1985.

"L'alpinista italiano Reinhold Messner ha conquistato l'Annapurna, (8.091 metri) che occupa il decimo posto tra le vette più alte del mondo, da un versante inviolato, il 24 aprile scorso. Lo ha comunicato oggi il ministero del turismo nepalese".

Il ministero - proseguiva il lancio Ansa-Upi-Reuter da Katmandu - "in base ad informazioni giunte dal campo base, ha precisato che insieme a Messner, 41 anni, è giunto sulla vetta dell'Annapurna anche l'altro alpinista italiano Johann Kammerlander, 29 anni, di Acereto (Bolzano). Nessuno dei due scalatori, i quali hanno affrontato la parete settentrionale della montagna, ha fatto uso di ossigeno".

38 anni dopo Messner è stato detronizzato. Anche dal Guiness dei primati. Non è più lui il Re degli 8mila secondo la statistica di Eberhard Jurgalscki, giornalista tedesco che da dieci anni, con una folta équipe, sta ripassando tutte le imprese sulle più alte montagne del pianeta. E il contabile delle vette non ha soltanto detronizzato Messner, ma ha sconvolto l’intera «classifica» degli alpinisti che hanno raggiunto senza uso dell’ossigeno tutte le 14 vette del pianeta.

Dei 15 eroi della montagna che hanno passeggiato sulle vette più alte del mondo, secondo i suoi conti  ne sarebbero rimasti solo tre: l’americano Ed Viesturs, il finlandese Veikka Gustafsson e il nepalese Nirmal Purja. E gli altri? Cancellati da questo pignolissimo tedesco che conta i metri, anzi i passi che separavano la vetta dall’ultimo slancio dell’alpinista. Come dire che non è stato tagliato il traguardo e la Coppa (pardon la Corona ) non apparterrebbe più al nostro Messner che, per quei 5 metri di quota avrebbe mancato gli 8.091 metri dell’Annapurna . Anzi, secondo le analisi del coriaceo Jurgalscki addirittura per 65 metri lineari.

Una bizzarria che non scalfisce affatto la vita straordinaria del nostro scalatore, ma che in fondo dà fastidio. E non solo a chi va in montagna, l’ama e la rispetta.

Signore fino in fondo Messner non ribatte al cronometrista delle fatiche altrui. Dice con freddezza di non essere mai andato in montagna per i record. E aggiunge che “in quell’elenco di primati, dove ce ne sono tanti sciocchi, non ci voglio stare. La storia dell’alpinismo è ciò che mi interessa. Questa vicenda, è ridicola». E poi spiega il perché: ? «La cresta dell’Annapurna è molto lunga e piana. E soprattutto cambia in continuazione. Noi il primo maggio del 1985 arrivammo in una bufera di neve. Facemmo la cresta. Il punto più alto si alterna a seconda dei cumuli di neve, delle cornici che proprio le bufere provocano a quelle quote. Jurgalscki mi aveva scritto per sapere dove eravamo andati e io glielo spiegai. Ma si vede che lui ha un fantasma che guarda per lui le vette delle montagne e lo ispira». La lezione al tedesco è servita.

 

 

 

 

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