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L'ALLARME

Oltre 90mila pazienti in attesa al pronto soccorso

La denuncia dell'Ordine dei medici di Torino, ogni giorno almeno quaranta pazienti attendono di essere ricoverati in un letto d'ospedale dopo la visita in pronto soccorso

pronto soccorso giornale

La crisi peggiore che potessero immaginare dopo il Covid. Almeno quaranta pazienti in attesa di un letto ogni giorno: 90mila all'anno solo all'ombra della Mole Antonelliana. Una allerta che e cresciuta giorno dopo giorno, come un'onda. Un'emergenza che si è abbattuta sui pronto soccorso di Torino e provincia, con il fenomeno del "boarding" e l'accumulo di pazienti nei reparti di urgenza nonostante abbiano già ricevuto tutti i controlli necessari e il ricovero sia stato prescritto. La mancanza di posti letto nei reparti ospedalieri costringe questi pazienti a rimanere in attesa, in alcuni casi anche per diversi giorni.

L'Ordine dei Medici di Torino affronterà questa criticità nel convegno intitolato "Il boarding nei Dea torinesi: approccio etico, deontologico, legale" organizzato sabato da Matteo Traversa, medico urgentista dell'ospedale di Cirié e Rosella Zerbi, consigliera segretaria dell'Ordine. Un appuntamento che mira a esaminare il fenomeno del "boarding" attraverso il confronto di diverse prospettive professionali. Professionisti medici e non medici saranno coinvolti in sessioni di lavoro mirate a individuare soluzioni concrete per migliorare la situazione attuale.

L'indagine condotta dall'Ordine dei Medici rivela che nei pronto soccorso della città, il numero medio di pazienti in boarding varia tra 20, 30 e addirittura oltre i 40 pazienti al giorno. Allargando l'analisi a tutta la provincia, si stima che non meno di 250 pazienti siano in attesa di ricovero ogni giorno, totalizzando oltre 90mila presenze in un anno.

Alla base di questa emergenza non c'è tanto l'afflusso ai pronto soccorso, bensì nella carenza di posti letto, quanto una situazione che richiede un immediato ripristino secondo il presidente dell'Ordine, Guido Giustetto. Questa carenza mette i medici e il personale sanitario di fronte a scelte etiche difficili riguardo alle priorità di assistenza, generando sofferenza e disaffezione nella professione e danneggiando soprattutto i pazienti.

Secondo le linee guida nazionali, il tempo massimo dalla presa in carico di un paziente alla conclusione della prestazione in pronto soccorso è di 8 ore. Tuttavia, l'esperienza diretta rivela che la durata spesso supera questo limite, arrivando a diversi giorni di permanenza. Questa condizione aumenta il rischio clinico per pazienti e personale sanitario, compromette la sicurezza delle cure e crea conflitti etici e deontologici.

Il convegno organizzato dall'Omceo di Torino si prefigge di mettere in luce queste sfide, coinvolgendo attivamente i professionisti sanitari per individuare strategie e proposte concrete. Solo attraverso un impegno collettivo e soluzioni innovative potranno essere trovate risposte a questa emergenza che minaccia la salute e il benessere di pazienti e operatori sanitari della nostra provincia.

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