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Il piano di privatizzazioni

Il governo vende Poste e Rai Way. Ecco perché

Il piano del ministro Giorgetti in vista dell'annuncio e la piattaforma on line della premier

Il governo vende Poste e Rai Way. Ecco perché

Non troppi giorni fa, la premier Giorgia Meloni aveva detto in una intervista al TGPoste che "Poste Italiane è una eccellenza italiana di cui vado fiera". Il ministro Giancarlo Giorgetti pensa anche che possa valere oro: per la precisione 3,8 miliardi di euro che arriverebbero alienando la quota al momento in possesso del Mef, il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Governo pronto a privatizzare le Poste? Pare di sì. Assieme a una parte della Rai e forse anche di Eni. Vediamo perché.

Poste Italia è una società per azioni - oltre un miliardo e 300 milioni di euro di capitale sociale - controllata al 35% da Cassa Depositi e Presiti, al 29,6% dal Mef come detto, e la restante parte da investitori istituzionali e libero mercato azionario, il cosiddetto retail (un 12% fluttuante, si può dire. Comprende anche piccoli investitori e risparmiatori). Se quindi il Governo privatizzasse la quota del ministero tramite una OPV, offerta pubblica di vendita, manterrebbe comunque la governance della società tramite Cassa Depositi e Prestiti e incasserebbe una quota significativa, anche se non è detto che quella valutazione di 3,8 miliardi sia realisticamente ottenibile.

Il momento per la vendita potrebbe essere marzo 2024, ossia quando la società presenterà il nuovo piano industriale, un piano che, a detta del ceo Matteo Del Fante, "delineerà la trasformazione di Poste Italiane in un operatore logistico a 360 gradi, mantenendo nel contempo la diversificazione nei servizi finanziari e assicurativi". 

Ma perché privatizzare? Il governo si è dato un obiettivo che è quello di ottenere un punto di Pil nei prossimi tre anni proprio grazie alle privatizzazioni, ossia circa 20 miliardi di euro. E oltre a Poste Italiane potrebbe toccare alle Ferrovie, alle quote in Eni, fino a Rai Way, ossia la società proprietaria della "rete" di Rai, quindi i tralicci e i sistemi di trasmissione. Un piatto appetitoso per il mercato finanziario italiano?

Il ministro Giancarlo Giorgetti, al Sole-24Ore, ha confermato l'intenzione di procedere alle privatizzazioni: "Abbiamo scritto che faremo un punto di Pil in tre anni perché siamo convinti di poterlo fare. I dossier sono molti e se alcuni come Ferrovie richiedono scelte normative e adeguamenti regolamentari, altri possono essere più facili come Poste o Rai Way o altri".

Il ministro Giorgetti tra il ceo di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e il condirettore generale Giuseppe Lasco

Intanto, il mercato ha cominciato a reagire all'ipotesi sempre più fondata. Anche ieri il titolo ha fatto un vero e proprio "rally" in Borsa, chiudendo poi a 10,36 ossia lo 0,88% in più rispetto all'inizio delle contrattazioni.

Rimane da chiarire, al di là delle privatizzazioni, quale possa essere la strategia per la società. Sempre nell'intervista al TG Poste, la presidente Meloni aveva detto: "Ho un progetto del quale io ho parlato varie volte, ne ho parlato anche con i vertici di Poste Italiane perché penso che Poste abbia il know-how, la capacità e l’autorevolezza anche per immaginare una piattaforma del prodotto italiano. Una piattaforma on-line del prodotto italiano, mi piacerebbe, provare a immaginare che significa da una parte dare a tutti l’opportunità di vendere quello che è prodotto italiano, e dall’altra certificare cosa sia prodotto italiano”. Chissà, quindi, che un grosso partner privato non sia la chiave di volta per arrivare a questo.

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