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Il caso

Rissa con la mannaia in metro, c'è una svolta dopo l'aggressione misteriosa

Continuano le indagini della polizia dopo l'episodio di ieri pomeriggio

Rissa con la mannaia in metro, c'è una svolta dopo l'aggressione misteriosa

Foto d'archivio

Ultras del Toro, una serie di guai giudiziari alle spalle e ora il rischio di un’accusa per lesioni aggravate: è l’identikit dei due uomini che si sono costituiti dai carabinieri di Borgata Lingotto perché coinvolti nell’aggressione di martedì pomeriggio in metropolitana. Il 29enne e il 36enne, quindi, sarebbero fra i protagonisti del diverbio che si è trasformato in rissa, con una mannaia che ha scatenato il panico e ha costretto Gtt a fermare i treni. E ha lasciato, come strascico, un ferito, sangue lungo le scale e l’allarme risuonato in tutto l’atrio della stazione Carducci.

Il violento parapiglia ha coinvolto quattro persone: tre italiani, due ragazzi e una ragazza, e un nordafricano. Sul posto sono intervenuta ambulanze e le pattuglie, che ha sequestrato una mannaia. Nessuna traccia però dei quattro, che erano tutti scappati lasciando soltanto tracce di sangue lungo le scale. Sono partite le indagini della polizia, che stava cercando di rintracciare i protagonisti anche grazie alle telecamere di videosorveglienza. Poi è arrivata la chiamata dei carabinieri del Lingotto, cui si sono rivolti quei due uomini: secondo la loro versione, che si aggiunge alle testimonianze dei pendolari, era il nordafricano ad avere la mannaia in mano. E loro lo avrebbero colpito a bottigliate dopo che lui aveva detto qualche parola di troppo alla loro amica.

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