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la storia

«Se parli uccido tua sorella» e lei si prostituisce per 8 anni

Una donna, costretta a prostituirsi dal 2015, ha denunciato i suoi aguzzini

Una donna è stata costretta a prostituirsi per 8 anni

Una donna è stata costretta a prostituirsi per 8 anni

Per otto anni ha fatto la prostituta, a Torino e non solo. Doveva infatti cambiare città, e veniva monitorata tutto il giorno. Tuttavia, dopo una vita passata in queste condizioni, alla fine una donna, italiana, ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, anche loro italiani e torinesi. E allora, dopo una serie di rapide indagini, la Squadra mobile della polizia, su richiesta della Procura di Torino, ha emesso tre misure di custodia cautelare nei confronti dei tre aguzzini. Due si trovano agli arresti domiciliari e uno ha invece l’obbligo di dimora. Adesso dovranno rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le indagini della polizia sono partite dopo la denuncia della giovane, che finalmente un giorno è riuscita a sottrarsi al controllo estenuante dei propri sfruttatori.

Gli investigatori, coordinati dal pm Crupi, sono riusciti a ricostruire così le singole responsabilità dei tre sfruttatori - i quali a loro volta si appoggiavano ad altri due soggetti che sono stati identificati e denunciati - con una serie di appostamenti e intercettazioni. C’era chi sceglieva la città dove far “lavorare” la ragazza, chi fissava gli appuntamenti con i clienti e chi si occupava di procurare gli appartamenti per gli incontri e, alla fine, di riscuotere il guadagno. Secondo quanto emerso dalle indagini gli sfruttatori erano in grado di esercitare sulla ragazza un controllo sfibrante, con il solo strumento del telefono, fissandole continui e cadenzati appuntamenti con i clienti, monitorandola con frequenti contatti e riscuotendo tempestivamente le ingenti somme di denaro guadagnate. Si parla anche di 3mila euro al giorno. Storia è continuata a lungo perché la ragazza era caduta anche in uno stato di debolezza psicofisica e aveva paura dei suoi sfruttatori - «Se parli uccidiamo tua sorella», una delle minacce - che le lasciavano solo i soldi per mangiare e acquistare biancheria intima. 

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