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Medicina e chirurgia

Miracolo alla Molinette: doppio trapianto, fegato e flora batterica, il primo al mondo

Intervento avveniristico e senza precedenti in sala operatoria, salavata la vita a un paziente che «ora sta bene»

Sala operatoria

Intervento avveniristico

«Ancora una volta siamo orgogliosi di rendere pubblica una collaborazione tra Policlinici italiani su un gravissimo caso clinico risolto con una soluzione sanitaria all’avanguardia e senza precedenti». È a dir poco raggiante Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute di Torino, nell’annunciare la riuscita di un intervento tentato per la prima volta al mondo nelle sale operatorie della città.

Una maratona
«Una strategia di trapianto sequenziale, prima di microbiota fecale e poi di fegato, ha consentito di salvare la vita ad un uomo di 56 anni - spiegano in ospedale -, affetto dalla nascita da malattia policistica con interessamento epatico e renale». Una maratona lunga 120 giorni, gestita dai medici dell’ospedale Molinette, in collaborazione con i colleghi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. «Nell’agosto scorso - aggiungono i medici - il paziente era stato trasferito dalla Nefrologia dell’ospedale Martini presso la Terapia Intensiva Epatologica dell’ospedale Molinette (diretta dal dottor Antonio Ottobrelli ndr.) a seguito di scompenso ascitico e stato settico. La malattia policistica negli anni aveva gravemente danneggiato la funzionalità renale fino alla necessità di dialisi, ed il notevole ingombro addominale, determinato da un fegato completamente sostituito da cisti ed arrivato a pesare circa 15 chili, condizionava un grave stato di denutrizione, lo sviluppo di versamento liquido in addome e la colonizzazione intestinale da parte di batteri resistenti a qualunque terapia antibiotica ad oggi disponibile».In considerazione delle gravi condizioni cliniche, il Direttore del Centro Trapianto Fegato di Torino, professor Renato Romagnoli, ed il Direttore del Centro Trapianto Rene, professor Luigi Biancone, avevano concordato di dare priorità di trapianto all’organo salvavita, ossia al fegato, posponendo il trapianto di rene in un secondo momento.

RENATO ROMAGNOLI

Gravi rischi
«La colonizzazione intestinale da batteri resistenti alle terapie antibiotiche - spiegano in una nota dalla Città della Salute -, rischiava tuttavia di rendere futile anche il trapianto di fegato, stante l’alto rischio di infezioni incurabili nell’immediato post-trapianto». La dottoressa Silvia Martini della Terapia Intensiva Epatologica ed il professor Renato Romagnoli hanno pertanto contattato il Direttore della Medicina Interna e Gastroenterologia e del Centro Malattie dell’Apparato Digerente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, professor Antonio Gasbarrini, pioniere in Italia, con i professori Gianluca Ianiro e Giovanni Cammarota, del trapianto di microbiota fecale ed autore delle Linee guida internazionali sul trapianto di feci. I colleghi hanno prontamente offerto la loro disponibilità a procedere con il trapianto di feci in capsule, con una possibilità di successo in circa 2 casi su 3 nella decolonizzazione dell’intestino da batteri altrimenti ad oggi intrattabili. Con la preliminare autorizzazione del Direttore Sanitario dell’ospedale Molinette, dottor Antonio Scarmozzino, il Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal dottor Federico Genzano Besso) ha ottenuto parere favorevole dal Direttore del Centro Nazionale Trapianti di Roma, dottor Massimo Cardillo, al trapianto di feci in deroga, mediante l’assunzione di capsule per via orale, unica via di somministrazione possibile considerato il notevole ingombro addominale.

LE MOLINETTE A TORINO

L’autorizzazione
Il Comitato etico della Fondazione Policlinico Gemelli ha espresso a sua volta parere favorevole. Interpellata favorevolmente la Commissione Farmaceutica interna della Città della Salute, con firma del Direttore sanitario dottor Lorenzo Angelone, nel novembre scorso il professor Gianluca Ianiro, organizzata in poche ore la trasferta da Roma, ha somministrato al paziente degente alle Molinette 50 capsule di microbiota intestinale, preparate presso la Microbiologia della Fondazione Policlinico Gemelli.

L’ultimo trapianto
La riduzione della carica batterica colonizzante l’intestino, documentata dai colleghi della Microbiologia dell’ospedale Molinette (diretta dalla professoressa Cristina Costa) ha consentito di attivare in lista trapianto fegato il paziente esattamente 12 giorni dopo il trapianto di microbiota fecale. A fine novembre il paziente, esattamente a 100 giorni dall’inizio del ricovero alle Molinette, è entrato in sala operatoria. Il trapianto di fegato ad elevatissima complessità tecnica è stato effettuato dal Direttore del Centro Trapianto Fegato di Torino, professor Renato Romagnoli, insieme con il suo staff medico, chirurgico ed infermieristico, in circolazione extracorporea con la collaborazione della Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) e degli anestesisti della Anestesia e Rianimazione 2 (diretti dal dottor Roberto Balagna). Il paziente è stato salvato, sta bene. Se non è un miracolo questo...

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