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Il processo
19 Febbraio 2024 - 08:00
Raffaele Sergi, 45 anni, informatico e incensurato
Raffaele Sergi rischiava di finire a processo con l’accusa di omicidio premeditato. Ma non ci sono conferme che avesse pianificato di uccidere suo papà Enrico a martellate: per questo, il prossimo 6 marzo, l’informatico 45enne finirà alla sbarra per il reato di omicidio volontario (assistito dagli avvocati Fulvio Violo e Roberta Rossetti).
Sergi ha aggredito il padre 71enne intorno alle 10 del 29 aprile 2023, a due passi dall’appartamento al quinto piano del palazzo di corso Bramante 62, dove l’anziano e la moglie vivevano da almeno due decenni.
Quel giorno papà e figlio erano usciti insieme per una passeggiata, come facevano spesso da quando Enrico Placido aveva iniziato a soffrire di Alzheimer. Al ritorno, vicino ai bidoni dell’immondizia interni al cortile, Raffaele ha trovato un martello, lo ha afferrato e ha colpito più volte il padre sulla testa. Poi se n’è andato. Il 71enne, dipendente Rai in pensione, è rimasto a terra, in un lago di sangue. A dare l’allarme, era stato un vicino: «Sono sceso per spostare l’auto, ho visto il sangue e ho riconosciuto il signor Enrico. Il volto era in condizioni terribili». Trasportato d’urgenza all’ospedale Cto, l’anziano non ha mai lasciato il reparto di Rianimazione. Ed è morto dopo più di un mese di agonia, lo scorso 3 luglio.
Il figlio era stato trovato dagli agenti delle volanti poco dopo il delitto, in via Nizza. Lo hanno riconosciuto perché aveva i vestiti sporchi di sangue: «Sì, sono stato io a colpire mio padre», aveva detto il 45enne ai poliziotti, che lo avevano portato in questura e consegnato agli uomini della Squadra mobile, titolari dell’indagine (coordinati dal pubblico ministero Fabiola D’Errico).
Sergi, incensurato, era stato fermato per tentato omicidio e portato in carcere. Poi il reato è diventato omicidio volontario alla morte del papà. Ora l’informatico dovrà spiegare in aula perché ha ammazzato quel 71enne «spento dall’Alzheimer», come lo avevano descritto i vicini. E il movente del delitto è da cercare proprio nella grave malattia del padre, che aveva provato psicologicamente sia la moglie che il figlio. Che avrebbe agito dopo l’ennesima lite fra Enrico e Raffaele Sergi: «Ero esasperato» aveva ammesso, in lacrime, il 45enne durante l’udienza di convalida.
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