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22 Marzo 2024 - 19:49
Il muratore è morto all'ospedale di Chivasso
La sorella Alina non si dà pace e sull’uscio di casa non la manda a dire: «Lo hanno ammazzato». La vittima di una vicenda che da ieri ha assunto contorni criminali, si chiama Miron Costel, aveva 54 anni e faceva il manovale. «Era un abile scagliolista», lo ricordano così al Bar Nazionale, uno dei due locali del paese al confine tra le province di Torino e Vercelli. Qualche giorno fa il muratore si era presentato con il volto tumefatto al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, «era davvero malconcio, respirava a fatica», racconta chi lo ha visto. Ma quell’uomo non ha spiegato cosa gli fosse accaduto. Molto genericamente aveva dichiarato d’essere caduto. Il ricovero è stato immediato e il paziente è stato sottoposto alle terapie del caso. Il giorno successivo, però, le condizione del romeno sono improvvisamente peggiorate a causa di un’infezione generalizzata, e la morte lo ha fulminato inesorabilmente. Dalla direzione sanitaria dell’ospedale è stata inviata una segnalazione alla procura di Ivrea: troppe le incongruenze e i punti oscuri.
I magistrati hanno incaricato i carabinieri della compagnia di Chivasso di procedere ad un’accurata indagine sulla vicenda. A Villareggia i militari hanno ascoltato numerosi testimoni, a cominciare dalla sorella della vittima, poi alcuni colleghi di lavoro di Costel, un paio artigiani edili stranieri e un capomastro italiano. E’ stato sentito anche il parroco del paese, perché la casa della vittima confina proprio con la chiesa di Villareggia. Gli investigatori sembrano aver ricostruito quanto accaduto poche ore prima del ricovero. Costel sarebbe stato aggredito in strada, non lontano da uno dei due bar di Villareggia. Contro di lui un gruppo di tre - cinque persone che, dopo averlo immobilizzato, lo avrebbero preso a pugni, fino a farlo cadere. In seguito avrebbero infierito con forti calci all’addome, quelli ai che avrebbero provocato un’emorragia interna e la lesione di organi vitali. Ma sulle cause del decesso, sarà l’autopsia disposta dal procuratore capo di Ivrea Gabriella Viglione a chiarire quanto avvenuto in quella strada buia di Villareggia, di sera sempre deserta e che è stata teatro del pestaggio. Nonostante e ferite, Costel è comunqueriuscito a mettersi alla guida e a raggiungere l’ospedale dove è giunto strenato. Sul movente, infine, sembra si possano solo azzardare delle ipotesi. Sembra si privilegi quella dei soldi: un debito non onorato, oppure il pizzo non pagato al caporale di turno, colui che assolda i manovali ogni mattina alle 4 e che pretende il pizzo sulla paga deui lavoratori. Ma sono ipotesi e tali restano fino a quando i militari non avranno concluso le indagini.
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