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Il caso
10 Maggio 2024 - 16:58
L’idea era promuovere Baldissero e il suo fritto misto alla piemontese, protagonista di una manifestazione organizzata lo scorso autunno. Ma la pratica, secondo la Procura, è stata un po’ diversa: i soldi, versati dal Comune e da un ente regionale, non sono serviti per far conoscere frattaglie, semolini e bistecche impanate. Sono finiti nelle tasche degli organizzatori, che in cambio avrebbero garantito cene e articoli di giornale.
Si basa su queste accuse l’ennesima inchiesta sul malaffare negli enti pubblici. A coordinarla è il pubblico ministero Elisa Buffa, che ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati. Sono Giuseppe Carlevaris e Alessandro Zanon, presidente e direttore di VisitPiemonte, società partecipata della Regione, un consigliere comunale di Baldissero Torinese, Federico Costa, e il giornalista Luca Ferrua, a lungo capo redattore del quotidiano “La Stampa” e attuale direttore de “Il Gusto”, testata online del gruppo Gedi. Per questo, nei giorni scorsi, è scattata una perquisizione nella sede del quotidiano torinese. Anche se Ferrua è chiamato in causa soprattutto per le attività della Rosfert srl, società di creazione e comunicazione di eventi di cui è socio insieme a Maria “Rosy” Ursillo, ex compagna del consigliere Costa (anche lei indagata).
I reati contestati sono, a vario titolo, corruzione e turbata libertà di scelta del contraente in merito a “Fricassé ‘d Baudisé”, manifestazione che il paese collinare ha organizzato nel 2023 per promuovere il fritto misto piemontese. A finanziarla, 19mila euro del Comune di Baldissero e 50mila euro dalla Regione (attraverso VisitPiemonte). Soldi che sono prima passati all’associazione locale Pinin Panot e poi alla Rosfert, che ha ricevuto direttamente 48mila euro.
«Ho chiesto di accedere agli atti degli eventi dedicati al fritto misto - ripercorre Paola Chiesa, consigliera comunale di Baldissero - Ma ho sempre ricevuto documenti parziali e lacunosi. Così mi sono rivolta alla Procura e alla Corte dei Conti, presentando un esposto». Cosa non le tornava? «I preventivi erano elevati, generici e identici alle fatture finali». E soprattutto non motivati, secondo Chiesa: «C’erano 5mila euro di “Teatro del Gusto” a Bologna e altrettanti per un evento al Circolo della Stampa. Poi 10mila euro di rassegna stampa, 7.400 per un video promozionale e 4.500 di campagna sui social network. E cene nei ristoranti Esterina e Torinese: i commensali hanno pagato 40 euro, eppure gli eventi sono costati 7mila euro».
Chiesa ha poi segnalato che la società beneficiaria di questi soldi era nata nel 2022 e che i soci erano il giornalista Ferrua e Rosy Ursillo, ex compagna del consigliere comunale con delega al turismo. La pm Buffa accusa i soci della Rosfert di corruzione e concorso in turbativa per i 48mila euro ricevuti in cambio di costi mai sostenuti e prestazioni falsamente attestate: per ottenerli, il giornalista e la sua socia avrebbero semplicemente garantito articoli e partecipazioni agli eventi al consigliere e ai due funzionari regionali. I quali rispondono solo di turbativa, per adesso.
L’indagine, in realtà, è solo all’inizio e potrebbe allargarsi ad altri eventi. Nel mirino ci sono iniziative come Gusto delle Alpi, We are Piemonte- Usa, Oro Monferrato, tutti finanziati con risorse pubbliche. Il sospetto degli inquirenti è che, anche in quel caso, Visit Piemonte li abbia affidati alla Rosfert «senza gara e con interlocuzioni sulle clausole del bando».
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