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Il giallo
30 Maggio 2024 - 07:27
«Sono due anni che tentano di uccidermi». Una frase, sentita e confermata dai residenti svegliati dalle sue urla, rende ancora più fitto il mistero di quanto successo due notti fa a Leinì. Quando un uomo di 45 anni è caduto giù dai parcheggi rialzati del complesso residenziale Betulle 1, fra via Carlo Gremo e viale Europa. Forse si è lanciato, forse lo hanno aggredito. Di certo ha fatto un volo di qualche metro, fino all’area di manovra dei garage, che gli ha provocato lesioni e fratture alle gambe: «C’erano altre due persone, gli hanno teso un’imboscata» spiega un abitante che chiede di rimanere anonimo. Lo stesso che ha sentito il 45enne dire quella frase che ora spinge i carabinieri a ricostruire la vicenda nel dettaglio.
A indagare ci sono la Stazione di Leinì e il Nucleo Radiomobile della Compagnia di Venaria, che hanno ricostruito un quadro di liti familiari che andrebbe avanti da anni: ci sarebbero discussioni fra il papà, titolare di una panetteria di Nichelino, e i figli, che gestiscono una tabaccheria in un altro comune della provincia. Al centro della diatriba ci sarebbero proprio le attività commerciali, i soldi utilizzati per portarle avanti ma anche i rapporti familiari: nel mirino, in particolare, ci sarebbe il nuovo compagno della figlia del panettiere. E sarebbe proprio lui il protagonista della caduta dell’altra notte.
Foto di Niccolò Dolce
Il fatto risale a poco prima dell’alba di lunedì, intorno alle 4 del mattino: sembra che la vittima del presunto agguato fosse uscito di casa per andare al lavoro e stesse andando a recuperare l’auto parcheggiato nel piazzale interno del complesso residenziale. Che è accessibile anche dall’esterno, visto che i cancelli d’ingresso sono rotti e restano sempre aperti: secondo le prime ricostruzioni, lì ha trovato due persone ad attenderlo. Uno dei due era il suocero? I due aggressori c’entrano con la caduta del 45enne? Lo hanno spinto o lui si è buttato per scappare? Tutte domande che, al momento, restano senza risposta. Di certo ci sono il volo di qualche metro e le urla strazianti dell’uomo, che hanno svegliato gli abitanti e li hanno spinti a chiamare il 112. In pochi minuti sono arrivate ambulanze e pattuglie dell’Arma: così, mentre i sanitari portavano il ferito all’ospedale Giovanni Bosco di Torino, i carabinieri si sono messi alla ricerca dei possibili aggressori. A quanto risulta, non li hanno trovati. Come pare che, al momento, non ci siano denunce. Bisognerà vedere anche cosa sceglierà di raccontare la presunta vittima, che dovrebbe cavarsela ma avrà bisogno di una lunga prognosi per riprendersi. Ben più dei 20 giorni necessari per spingere gli investigatori a indagare d’ufficio, anche senza una denuncia. E a risolvere definitivamente il giallo.
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