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Il fatto
12 Maggio 2024 - 07:30
Ha provato a non farsi strappare il borsone di mano. Si è pure aggrappato alla maniglia dell’auto dei rapinatori, finendo a terra dopo che loro sono partiti a tutta velocità. E ora sta lottando fra la vita e la morte: un 75enne torinese è in condizioni gravissime all’ospedale Cto di Torino, dov’è ricoverato da venerdì sera. Nel frattempo i suoi due aggressori, due marocchini, sono stati rintracciati dagli agenti della Squadra mobile: il 44enne Aziz Byar e il 52enne Mashid Razoul sono accusati di tentato omicidio e rapina aggravata. Per loro, ieri pomeriggio, c’è già stata l’udienza di convalida del fermo davanti a Stefano Sala, giudice per le indagini preliminari.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’anziano stava uscendo dalla palestra al civico 103 di via Gaidano, quartiere Mirafiori.
Erano le 18 e poco lontano da lui c’erano anche la figlia e il genero. Ma non si sono accorti in tempo dell’agguato subito dal 75enne: a quanto pare, i due marocchini sono passati all’attacco e hanno tentato di strappargli il borsone da palestra dalle mani. Lui ha cercato di resistere e non si è arreso neanche quando i due gli hanno preso la borsa e sono saliti a bordo dell’auto, una Fiat 500 L azzurra con specchietti e tetto bianchi: si è aggrappato a una delle maniglie, ha urlato «fermati» con tutto il fiato che aveva in gola ed è rimasto appeso mentre l’auto schizzava a tutta velocità. Fino a quando ha dovuto mollare la presa ed è caduto sull’asfalto, battendo violentemente la testa. I familiari hanno visto la parte finale e hanno chiamato il 112: l’ambulanza ha poi trasportato il 75enne al Cto, dove si trova in prognosi riservata a causa del grave trauma cranico che ha riportato e che gli ha provocato un’emorragia cerebrale.
A Mirafiori, intanto, sono arrivati gli agenti delle volanti e gli investigatori della Squadra mobile, che hanno avviato le indagini per risalire ai due aggressori. Così sono riusciti nell’impresa di risalire alla Fiat 500 L, che è risultata presa a noleggio. Poi hanno chiuso il cerchio grazie alle celle telefoniche e al sistema Gps dell’assicurazione: hanno trovato l’auto, che avrebbe un’ammaccatura proprio vicino alla maniglia. E poco dopo anche a Razoul e Byar, che hanno precedenti per reati contro il patrimonio e l’anno scorso sono stati condannati insieme per un furto nato allo stesso modo (ma con conseguenze ben più lievi per la vittima).
Per questo il pubblico ministero Paolo Scafi ha disposto il fermo per i due marocchini, per cui ieri c’è stata l’udienza di convalida alla presenza dei loro legali, Stefania Rullo e Roberto Doriguzzi Breatta: «Il mio assistito si sente molto in colpa perché la sua intenzione era commettere un furto con destrezza - commenta l’avvocato Rullo - Non si è accorto che l’anziano era aggrappato, lo ha solo sentito urlare».
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