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IL FATTO

Dà di matto in ospedale e prende a botte medici e infermieri

L'aggressore è poi finito in manette. Il sindacato: «Aspettiamo che ci scappi il morto?»

Dà di matto in ospedale e prende a botte medici e infermieri

Quel ventenne marocchino ha dato di matto in ospedale: ha iniziato a prendere a calci e pugni il muro, poi se l’è presa con medici e infermieri. Ne ha aggrediti tre, poi ci è voluto l’intervento di un quarto per riuscire a bloccarlo fino all’arrivo dei poliziotti, che lo hanno arrestato per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

È il riassunto di quanto successo nella notte fra sabato e domenica al San Giovanni Bosco, l’ospedale di riferimento per la zona Nord di Torino. Ed è qui che il giovane straniero è stato trasportato prima dell’alba, già in condizioni di alterazione. Nulla di grave, forse aveva bevuto o fatto uso di droga. A quanto risulta, però, il ventenne non ha gradito la situazione in cui si è ritrovato: per questo ha dato in escandescenze e ha dato sfogo alla sua rabbia su tutto quello che gli capitava a tiro. Compresi medici e infermieri, presi a calci e pugni prima di riuscire a calmarlo. Poi sono arrivati gli agenti della Squadra Volante, che hanno arrestato il ventenne. Quindi il pubblico ministero di turno ha disposto il processo per direttissima per l’ennesima aggressione ai danni di sanitari piemontesi.

Nelle stesse ore in cui i medici del Giovanni Bosco venivano picchiati, infatti, al pronto soccorso dell’ospedale di Asti volavano spintoni e spallate. Colpa di tre persone, arrivate insieme a un ragazzino ferito: avrebbero anche lanciato un estintore (che ​per fortuna non ha colpito nessuno) e provocato danni alla struttura: in particolare a un defibrillatore, a una colonnina per rilevare i parametri, nei bagni e ad una porta, addirittura scardinata. Fatti che hanno scatenato la rabbia del Nursind, il principale sindacato degli infermieri: «Vogliamo risposte e soluzioni adesso. Non domani o, ancora peggio, fra mesi. ​Anche questa volta, per fortuna, nessuno è risultato ferito ​gravemente ma ci è mancato poco. Ci domandiamo: dobbiamo aspettare che ci scappi il morto perché si prendano finalmente provvedimenti?».

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