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17 Ottobre 2024 - 08:20
Il 21enne è stato aggredito e picchiato al giardino Peppino Impastato
Dieci giorni di prognosi dopo la visita e gli esami in ospedale. Traumi alla fronte, agli zigomi, al naso, un dente mezzo rotto e un occhio pesto che per fortuna non ha lesioni interne. Se l’è vista brutta, anzi bruttissima Giuseppe, 21 anni, aggredito e pestato da un vero e proprio branco composto da sei ragazzi. «Dalle fattezze e dall’accento parevano nordafricani, e almeno un paio di loro erano minorenni», prova a ricostruire il giovane vittima del pestaggio, ancora sotto shock e che adesso andrà a sporgere denuncia presso il Commissariato Barriera di Milano, in via Botticelli. Il tutto, dopo essere stato accerchiato e picchiato al giardino Peppino Impastato, a pochi passi dall’ospedale San Giovanni Bosco.
Giuseppe era con un amico. «Erano le 23 circa, eravamo al parco dopo essere stati in un locale a prenderci da bere. Io bevevo una birra e il mio amico un drink, stavamo chiacchierando». Poi, all’improvviso, alla coppia di amici si sono avvicinati alcuni ragazzi. «Uno di loro ci ha chiesto: “Avete una sigaretta?”. Noi gli abbiamo risposto che ce n’erano rimaste poche nel pacchetto, ma quel ragazzo ha visto che avevamo lasciato il pacchetto di sigarette sul tavolo da ping pong nel giardino e l’ha preso». Finita qui? No, almeno stando al racconto del ragazzo pestato. «Dal gruppetto dei ragazzi di prima è arrivato un altro giovane - dice Giuseppe - e ci ha domandato: “Avete una canna?”. Gli abbiamo risposto di no, ma lui ha iniziato ad agitarsi, credo che fosse in stato di alterazione. Si è portato due dita alla bocca e ha emesso un fischio».
Un fischio che era a conti fatti un segnale per il resto del branco, perché all’improvviso Giuseppe e il suo amico si sono visti arrivare addosso altri quattro ragazzi, tutti inferociti. Vista la situazione, la vittima e l’amico se la sono data a gambe. «Erano in troppi e così siamo scappati. Per depistarli - racconta Giuseppe - io e il mio amico ci siamo divisi. Io sono stato raggiunto da due ragazzi del branco, mi sono fermato e ci siamo azzuffati. Ero solo ma riuscivo a tenere testa a quei due, poi ne sono arrivati altri quattro e non ce l’ho più fatta. Mi hanno buttato a terra e preso a calci e pugni». Dopo il pestaggio, la baby-gang si è dileguata. Giuseppe e l’amico hanno chiamato la polizia. «Non ho avuto bisogno del trasporto in ospedale con l’ambulanza, perché al San Giovanni Bosco ci sono andato con le mie gambe. Forse la polizia avrebbe potuto scortarmi, avevo paura ed ero ferito e in stato di shock, ma ce l’ho fatta da solo».
Una volta arrivato al San Giovanni Bosco, il 21enne (che compirà 22 anni la prossima settimana) è stato sottoposto agli accertamenti del caso. Dieci giorni, la prognosi, secondo i medici dopo gli esami. «Non ho niente di rotto, per fortuna. Dovrò solamente recarmi dal dentista per quel dente malridotto dopo la zuffa con quei ragazzi», racconta Giuseppe. Che poi, alla domanda se conoscesse i membri del branco, assicura: «Non li avevo mai visti prima d’ora, e non li aveva mai visti nemmeno il mio amico. Noi eravamo al parco, a chiacchierare dei fatti nostri - conclude il 23enne - e non stavamo dando fastidio a nessuno. E’ stata un’aggressione del tutto gratuita».
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