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Le interviste
11 Novembre 2024 - 07:30
«Il problema del centro non sono i nostri clienti ma le baby gang di “maranza”: siamo abbandonati, qui sta diventando il Bronx». A parlare sono i titolari di Al Cavone, Baby Shot&Drink e Silvy’s Drink, i tre locali di via Matteo Pescatore sequestrati dalla polizia municipale perché accusati di aver somministrato alcoli a minori di 16 anni.
«Ma il problema non sono loro - ribadiscono i baristi, a partire da Antonino Vecchio di Al Cavone - Noi facciamo autocritica e infatti abbiamo preso dei provvedimenti. Però spesso recuperiamo bottiglie di superalcolici che noi non vendiamo: probabilmente i ragazzini le comprano nei minimarket». I gestori dei locali della movida chiedono controlli anche su quel settore: «Poi serve maggiore attenzione da parte delle famiglie, che dovrebbero intervenire se i loro figli sono in giro la sera a bere a 13 o 14 anni. E bisogna fare qualcosa per i “maranza”, i gruppi di ragazzini che arrivano con casse, petardi e fumogeni e finiscono a picchiarsi fra loro da mezzanotte in poi».
C’è chi parla di vere e proprie baby gang che si presentano in centro con le spranghe: «Sono loro quelli da mandare via, mica noi locali - si sfoga Aldo Nika, responsabile del Baby - Stuzzicano i clienti e la gente ha paura. La scorsa settimana abbiamo chiamato noi il 112: d’altronde i nostri buttafuori non possono mettersi a picchiare 50 ragazzini».
Nika sottolinea i costi di un bar a due passi da piazza Vittorio Veneto: «Noi abbiamo aperto ad agosto, investendo 120mila euro per la licenza e 3mila euro al mese di affitto. E ora dobbiamo stare alla porta per controllare i documenti e accompagnare i clienti al bancone. Così non si può lavorare: se vogliono farci chiudere, ce lo dicano prima così riusciamo almeno a rivendere la licenza. I condomini avevano chiesto danni per il rumore, ora dovremmo farlo noi per i mancati incassi».
Lana Cela di Silvi’s Drink rincara la dose: «Ci accusano ma intanto noi continuiamo a pagare sempre di più. Io sono stanca, voglio vendere nonostante i miei clienti mi vogliano bene e continuino a venire nonostante la paura delle baby gang: i “maranza” insultano e minacciano pure noi. E uno stava picchiando mio figlio dentro il mio locale. La verità è che siamo abbandonati, nessuno fa niente per aiutarci e risolvere i problemi di questa zona, che ormai è diventata come il Bronx».
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