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L'ospedale di Settimo Torinese diventa pubblico: la Regione stanzia i fondi per l'acquisizione

In un emendamento i 15 milioni di euro necessari a comprare l'ospedale civico di Settimo Torinese

L'ospedale di Settimo Torinese diventa pubblico: la Regione stanzia i fondi per l'acquisizione

L'ospedale di Settimo Torinese diventa pubblico: la Regione stanzia i fondi per l'acquisizione

La Regione Piemonte ha stanziato i 15 milioni di euro necessari all'acquisizione dell'ospedale di Settimo Torinese.

Lo ha annunciato ieri, nel corso della seduta della Commissione Bilancio, l'assessore Andrea Tronzano. Una seduta che si è svolta al termine della discussione, in consiglio, della Variazione di Bilancio, licenziata ieri dalla prima Commissione, durante la quale l’assessore Tronzano ha descritto gli emendamenti presentati dalla Giunta. Con l’emendamento 66 si autorizza appunto l’acquisizione dell’ospedale di Settimo Torinese da parte della Regione. Ospedale che quindi diventa pubblico, con lo stanziamento di 15 milioni di euro che saranno trasferiti all’Asl To4 per gestire la liquidazione. A patto che l'emendamento venga approvato nella seduta consigliare convocata per martedì prossimo, ma al riguardo non dovrebbero esserci ostacoli particolari. 

In precedenza, durante la discussione generale, la relatrice di maggioranza Debora Biglia (Fi) ha parlato di «una variazione che punta a un bilancio sano, a posto, che ci consente di guardare con fiducia al futuro. Stiamo risanando il debito senza aumentare la tassazione e lavoriamo per i cittadini piemontesi». 

Gianna Pentenero, prima relatrice di opposizione, ha lamentato che il suo gruppo ha «chiesto in Commissione i capitoli delle risorse: da dove vengono prese e dove vengono allocate, ma questo dato non ci è stato fornito. Così le analisi che possiamo fare sono sommarie e complessive, non specifiche. Ci sono 59 milioni in più per la Sanità, ma non conosciamo la situazione finanziaria delle singole Asl, quindi non possiamo dire se i fondi siano sufficienti o meno. Rileviamo anche grosse sofferenze di cassa, come certificato dai revisori dei conti». 

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