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Rimpasto di Governo

Cirio farà il ministro e lascerà il Piemonte, ecco cosa sappiamo. Sfida Chiorino - Piastra

Mercedes Bresso sulla sindaca di Settimo: "Potrebbe essere una buona idea". Al governatore un ministero economico di peso

Cirio farà il ministro e lascierà il Piemonte, ecco cosa sappiamo. Sfida Chiorino - Piastra

Chiorino, Cirio, Piastra

Saranno solo voci, ma martedì scorso nel foyer di Palazzo Lascaris, a margine del Consiglio Regionale, non si parlava d’altro. Se la premier Meloni opterà per un rimpasto di governo (si prevede per quest’estate), appare verosimile pensare che Alberto Cirio, attuale presidente della Regione, possa ambire a un dicastero. Anzi, l’ipotesi sarebbe già stata formulata per un ministero economico e di primo piano, con tanto di portafoglio. Una possibilità su cui il governatore del Piemonte ancora non si è espresso e sulla quale starebbe riflettendo, rimandando la decisione alla prossima estate. «Speriamo di no, che resti Presidente - dice il consigliere della Lista Cirio Sergio Bartoli -. Tornare al voto dopo un anno dalle ultime elezioni sarebbe traumatico per i Piemontesi e noi consiglieri dovremmo ricominciare tutto da capo. Staremo a vedere». E se le elezioni spaventano Bartoli che è una vera e propria macchina di voti e preferenze, figuriamoci tutti gli altri. Contrari alle elezioni anticipate sembrano essere gli esponenti della Lega, a cominciare dai consiglieri Fabrizio Ricca e Luigi Icardi.

ALBERTO CIRIO E GIORGIA MELONI

In verità non è il voto che inquieta più di tanto la Lega, ma la possibilità che a correre per la presidenza possa essere nuovamente un esponente di Fratelli d’Italia, cioè l’attuale assessore Elena Chiorino, al momento la più quotata, grazie anche all’instancabile, intelligente e martellante lavoro del suo addetto stampa Andrea Parisotto che non perde occasione per veicolare, comunicare e diffondere le iniziative dell’assessore. L’ipotesi elezioni anticipate viene presa seriamente in considerazione anche dall’opposizione che si dice «pronta a competere», seguendo una strategia innovativa e aggressiva. Da una parte, terminata la stagione Pentenero (per lei ci sarebbe un collegio sicuro - o quasi - alle prossime Politiche o un posto nel listino), il Pd punterebbe sull’unico volto nuovo, conosciuto e di successo che i Dem sono riusciti a lanciare negli ultimi anni. Quello di Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese, già al secondo mandato e votata in maniera plebiscitaria.

ELENA PIASTRA

Un nome che piace alla segreteria nazionale, sia alla Schlein che a Bonaccini e sul quale convergerebbero Avs e M5S. E due giorni fa, scandagliando quest'ipotesi, Mercedes Bresso avrebbe confiddato ad alcune persine a lei vicine: «L'idea i candiddare Elena Piastra potrebbe essere davvero una buona idea». Sarah Disabato, capogruppo del movimento a Palazzo Lascaris, si ricandiderebbe per la terza volta (i due mandati per M5S non sono più un tabù), ma non come presidente. Per lei, in caso di vittoria, ci sarebbe un assessorato di peso, verosimilmente la Sanità. Come andrà a finire lo si saprà nel momento del rimpasto di governo o, più probabilmente, dopo una serie di sondaggi. Cirio attende le proiezioni e accetterà solo se il Piemonte resterà al centro destra e sarà scongiurato l’effetto Piastra.

ELENA CHIORINO

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