Uccide la figlia di sette mesi lanciandola dal balcone: «Siamo sotto shock»

Tragedia alle porte di Catania: una madre, con fragilità psichiche ha lanciato dal balcone la figlia di sette mesi. La vicenda si è consumata a Misterbianco, intorno alle 13.30 in via Marchese, nel centro storico del paese.

I fatti

Secondo le prime ricostruzioni, la donna avrebbe afferrato la piccola e l’avrebbe gettata nel vuoto dal secondo piano dell’abitazione. Alcuni passanti, allertati dalle urla, hanno tentato di soccorrere la neonata, ma le ferite riportate nell’impatto sull’asfalto si sono rivelate fatali. I sanitari del 118, accorsi tempestivamente, non hanno potuto far altro che constatare il decesso della bambina, avvenuto prima dell’arrivo in ospedale.

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Le indagini

Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della Compagnia di Fontanarossa, che hanno fermato la madre e l’hanno condotta in caserma per accertamenti. L’appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre la Scientifica ha avviato i rilievi tecnici. La Procura di Catania ha aperto un fascicolo per omicidio e sta ascoltando i vicini e i testimoni per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e lo stato psicologico della donna.

Il contesto familiare e i precedenti

La madre della piccola, secondo quanto riferito da fonti investigative, soffriva di gravi problemi psichiatrici, aggravati da una probabile depressione post partum. In passato era stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e risultava seguita da un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Catania. La famiglia era già attenzionata dai servizi sociali e dal Dipartimento di salute mentale dell’Asp.

Il padre della bambina, un operatore ecologico, è stato colto da un malore e, sopraffatto dalla disperazione, avrebbe compiuto gesti autolesionistici. Anche lui è stato soccorso e trasportato in ospedale dal personale del 118.

Il dolore

Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, ha espresso il profondo dolore della comunità: “Una tragedia micidiale, siamo tutti sconvolti, senza parole. La donna era seguita dai servizi sociali, dall’Asp, dal Tribunale. La famiglia le stava sempre accanto, come il marito, un lavoratore, una persona perbene. Siamo sotto shock”.