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Il caso
07 Maggio 2025 - 18:35
Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno che, sebbene non sempre al centro del dibattito pubblico, continua a destare preoccupazione. Secondo i dati, anche se non recentissimi, del sistema di sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 34% degli italiani tra i 18 e i 34 anni fa un uso rischioso di bevande alcoliche. In particolare, spiccano comportamenti come il consumo abituale eccessivo e il cosiddetto binge drinking — l’assunzione di grandi quantità di alcol in un breve lasso di tempo. A incidere maggiormente sono i maschi e chi ha un livello di istruzione elevato.
Tra gli 11 e i 25 anni, circa 1,37 milioni di giovani adottano modalità di consumo pericolose, tra cui figurano 620.000 minorenni. Il binge drinking ha coinvolto, in questa fascia d’età, 786.000 giovani, inclusi 83.000 al di sotto dei 18 anni.
Anche nella fascia 11-17 anni, il consumo di alcol non è trascurabile: il 18,2% dei ragazzi e il 18,8% delle ragazze ha bevuto almeno una volta durante l’anno, con una lieve flessione tra i maschi e un aumento tra le femmine.
Effetti sulla salute: un rischio silenzioso
Bere alcolici in giovane età può provocare danni significativi. La Fondazione Veronesi evidenzia come l’alcol possa ostacolare il corretto sviluppo del cervello, con ripercussioni su memoria, capacità decisionali ed emotività. Tra le conseguenze più comuni si registrano:
Danni precoci al fegato e alterazioni metaboliche
Cambiamenti neurologici che aumentano il rischio di dipendenza
Maggiore esposizione a incidenti
Disturbi del sonno e dell’umore
L’ISS segnala inoltre una tendenza a combinare il consumo di alcol con altri comportamenti nocivi come il fumo, la vita sedentaria e una dieta squilibrata, creando un effetto cumulativo sulla salute a lungo termine.
Ripercussioni sociali: dalla scuola alla strada
L’uso di alcol tra i più giovani è spesso legato a situazioni problematiche. Le principali includono:
Guida in stato di ebbrezza
Incidenti domestici o pubblici
Episodi di violenza o microcriminalità
Scarso rendimento scolastico e lavorativo
A influenzare questi comportamenti sono fattori come:
Pressione del gruppo dei pari
Modelli familiari e mediatici
Facilità di accesso all’alcol
Curiosità e voglia di trasgressione
Un dato particolarmente critico riguarda la bassa percezione del rischio, anche tra i consumatori abituali, rendendo meno efficaci le campagne di prevenzione tradizionali.
Prevenzione: serve un’azione educativa mirata e continua
Per contrastare il fenomeno, gli esperti consigliano un approccio che combini informazione, educazione e normative più rigide. Le strategie più efficaci prevedono:
Programmi educativi nelle scuole secondarie
Campagne digitali e visive
Coinvolgimento attivo di famiglie e docenti
Controlli più severi su vendita e somministrazione
La Fondazione Veronesi sottolinea l’importanza del dialogo costante con i giovani. Non servono allarmismi, ma una comunicazione credibile e coerente da parte degli adulti di riferimento. L’educazione precoce, supportata da dati concreti, è ritenuta essenziale.
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