Colombia, i dissidenti delle FARC rivendicano gli attacchi: sette morti nel sud-ovest del Paese

È stato il principale gruppo dissidente delle ex FARC a rivendicare, tramite un video diffuso online, la responsabilità degli attacchi avvenuti nel sud-ovest della Colombia, che hanno provocato sette morti, tra cui cinque civili e due agenti di polizia.

I guerriglieri, che non hanno aderito all’accordo di pace firmato nel 2016, hanno messo in atto almeno 24 azioni armate, tra cui sparatorie, esplosioni causate da droni, autobombe e motobombe. Gli obiettivi principali sono stati stazioni di polizia ed edifici comunali a Cali — la terza città più grande del Paese — e in diversi comuni vicini.

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Nel video, si vede un comandante in mimetica, identificato come Marlon Vásquez, circondato da uomini armati. Vásquez dichiara che sarebbero stati compiuti circa 40 attacchi nella giornata di martedì.

L’ondata di violenza arriva a pochi giorni dall’attentato contro Miguel Uribe, candidato presidenziale di destra per le elezioni del 2026. Uribe, 39 anni e senatore, è stato gravemente ferito da colpi d’arma da fuoco esplosi da un ragazzo di 15 anni, poi arrestato. Il politico è stato colpito due volte alla testa ed è attualmente in condizioni critiche.

Il governo colombiano ha aperto un’indagine per verificare se i due episodi siano collegati, come ipotizzato dal presidente Gustavo Petro, che ha denunciato l’esistenza di un piano orchestrato per destabilizzare il Paese.

La Colombia sta affrontando la peggiore crisi di sicurezza degli ultimi dieci anni.

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