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IL CASO
08 Luglio 2025 - 15:50
L’hanno trovata lì, a Rivoli, in un appartamento qualunque, in una via qualsiasi, dove si nascondeva da mesi. Lei, Antonella Balocco, 60 anni, professionista raffinata del crimine fiscale, condannata a oltre dodici anni di carcere per aver partecipato a una delle più spregiudicate truffe tributarie degli ultimi tempi. Un nome ben noto tra le carte polverose dell’inchiesta “Leonessa”.
Era sparita nel nulla nel 2024. Irreperibile, dicevano. Una parola elegante per dire: scappata, svanita, forse aiutata. E mentre il tempo passava, i carabinieri cercavano. Con pazienza, con la testardaggine dei segugi. Hanno usato tecnologia, pedinamenti, osservazione sul campo. Fino a scovarla. Era a casa di un’amica, a Rivoli appunto. Al momento dell’arresto ha fatto quello che fanno i colpevoli con l’orgoglio infranto: ha mentito. Ha dato un nome falso. Poi ha perso la maschera e ha cercato di ferire un militare con un paio di forbici. Le forbici. L’ultima ridicola arma di una fuga disperata. È stata bloccata, identificata, denunciata ancora una volta. Questa volta per resistenza, per false dichiarazioni, per tentata aggressione. Dietro questa storia c’è un’indagine che ha scoperchiato l’ennesimo vaso di Pandora: frodi fiscali, finte compensazioni, crediti d’imposta come coriandoli lanciati al vento. Un’associazione criminale strutturata, vicina alla stidda gelese, La Balocco, in mezzo a tutto questo: non una comparsa, ma una protagonista. Che ora si trova in carcere.
L’inchiesta Leonessa
L’indagine “Leonessa”, avviata nel settembre 2019 dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, ha portato alla luce un’organizzazione – descritta come affine alla stidda gelese – operativa tra Brescia, Milano, Torino e altre regioni del Nord. Secondo le accuse, il gruppo era specializzato in una complessa rete di frodi fiscali, basata sull’emissione di crediti tributari fittizi, false fatturazioni, indebite compensazioni e corruzione. In totale, furono coinvolte 69 persone, con sequestri per decine di milioni di euro e una presunta evasione stimata tra i 20 e i 35 milioni. Nel processo di primo grado, celebrato a Brescia, il tribunale ha emesso 11 condanne per un totale di oltre 61 anni di reclusione. La posizione di Antonella Balocco è tra le più significative: il giudice le ha riconosciuto un ruolo attivo nella gestione dei meccanismi illeciti, ma non sono stati ritenuti sussistenti gli elementi per configurare l’aggravante dell’associazione mafiosa, esclusa sia in primo grado che in appello nel settembre 2023.
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