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IL FATTO
23 Luglio 2025 - 21:11
Un applauso, unanime come il voto: 161 presenti, 161 sì. Il femminicidio entra nel codice penale italiano come reato autonomo. Una svolta storica, ratificata dal Senato, che ora attende solo l’approvazione definitiva della Camera. E, nel frattempo, incassa la soddisfazione della premier Giorgia Meloni: «L’Italia è tra le prime nazioni a percorrere questa strada, che siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile». Il nuovo reato viene definito in modo più ampio: è femminicidio l’atto di odio o discriminazione verso una persona in quanto donna, oppure come conseguenza del suo rifiuto di iniziare o proseguire una relazione affettiva. La pena è l’ergastolo. E se il voto è stato compatto, non sono mancati emendamenti e discussioni: la legge estende l'applicabilità anche a chi si percepisce come donna, senza esserlo anagraficamente. Si allargano inoltre le aggravanti per reati come maltrattamenti in famiglia, lesioni e stalking. C’è poi il capitolo sugli orfani del femminicidio. Lo Stato stanzia 10 milioni di euro e allarga la platea: i fondi saranno destinati a tutti i minori rimasti senza madre uccisa in quanto donna, anche se l’omicida non aveva legami affettivi con lei. Un’estensione che riguarda anche i figli di donne sopravvissute a tentativi di femminicidio, ma rese incapaci di occuparsi dei propri figli.
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