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Medicina senza test, ma non per tutti: boom di iscritti, oltre 54mila in corsa per il camice bianco

Salta il quiz, ma resta la selezione: corsa a ostacoli con esami nazionali, graduatorie e posti limitati. In testa Roma, Napoli e Bologna

Medicina senza test, ma non per tutti: boom di iscritti, oltre 54mila in corsa per il camice bianco

Era stata annunciata come una rivoluzione e i numeri lo confermano: il "semestre aperto" di Medicina parte con oltre 54mila studenti iscritti solo per Medicina e Chirurgia, a cui si sommano oltre 10mila aspiranti odontoiatri e veterinari. Il totale? Più di 64mila matricole pronte a iniziare i corsi il prossimo 1° settembre, senza il tradizionale test d’ingresso a crocette.

In cima alla classifica delle preferenze si piazza La Sapienza di Roma, con 4.821 iscritti a Medicina e altri 314 in Odontoiatria. Se si aggiungono gli oltre 1.200 iscritti a Tor Vergata, solo nella Capitale si concentrano più di 6mila aspiranti medici.
Seguono Napoli Federico II con 3.113 studenti e Bologna con 2.674, che supera di pochissimo Padova (2.658).

Ma non è oro tutto ciò che luccica: al posto del famigerato test d’ingresso, la nuova riforma introduce un altro tipo di selezione. Gli studenti, infatti, dovranno superare tre esami (chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia), con prove nazionali identiche, composte da 31 domande per materia: 15 a risposta multipla e 16 a completamento, in 45 minuti. I due appelli si svolgeranno il 20 novembre e il 10 dicembre, e solo chi avrà ottenuto almeno 18/30 in ogni esame accederà alla graduatoria nazionale, prevista per il 12 gennaio.

Chi non ce la farà, potrà restare nel corso affine scelto in fase d’iscrizione (conservando i CFU ottenuti), o cambiare percorso, secondo le regole del proprio ateneo. Per tutti gli altri, resta il nodo principale: quanti saranno davvero i posti disponibili? Il numero non è ancora noto, ma si parla di un possibile incremento rispetto agli attuali 21mila slot. Una cifra decisiva, visto che l’accesso programmato resta, anche senza test.

A commentare il debutto della riforma è la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che in una lettera agli studenti scrive: «Studiare Medicina non è solo una scelta di carriera. È una dichiarazione d’amore verso la vita. Se servirà un’aula in più, si aprirà, se ci sarà bisogno di un corso in più al pomeriggio, si attiverà».
C'è ancora da capire se gli atenei reggeranno davvero l’impatto di questa scelta e se la selezione posticipata sarà più equa del vecchio sistema a quiz.

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