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Artigianato
18 Agosto 2025 - 21:15
Artigianato, immagine di repertorio
Negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso circa 400 mila imprese artigiane. Il Piemonte, con un saldo negativo di 43 mila unità, è tra le regioni più colpite: un’emorragia che rappresenta un enorme segnale d’allarme, quasi un grido disperato.
I numeri più recenti confermano la crisi. Secondo i dati EBAP, nel primo semestre 2025 la cassa integrazione FSBA è cresciuta del 42% rispetto al 2024: ne hanno fatto le spese 1.727 imprese e 8.333 lavoratori, soprattutto nei settori orafo, tessile e automotive. A peggiorare lo scenario contribuisce il Business Scan di SevenData, che segnala come quasi un’impresa su cinque in Piemonte (19,9%) sia a rischio insolvenza nei prossimi dodici mesi.
Secondo l’indagine della CGIA di Mestre, l’artigianato è tra i comparti più vulnerabili alla stagnazione, al calo della domanda e all’aumento dei costi. Il rischio non riguarda solo singole attività, ma interi distretti produttivi.
CNA Piemonte chiede misure immediate: transizione energetica sostenibile, credito agevolato, formazione per ridurre il mismatch di competenze, sburocratizzazione reale. A questo si aggiunge la revisione della legge quadro del 1985, con sei pilastri: tutela dei prodotti artigianali tramite indicazioni geografiche, sostegno al passaggio generazionale, innovazione e intelligenza artificiale, riduzione del gap energetico, export agevolato per le imprese non digitalizzate e ridefinizione normativa e fiscale del settore.
«Non c’è più tempo» avverte CNA. Senza interventi immediati e coraggiosi, l’artigianato rischia di scomparire. E con esso, svanirebbe un pezzo fondamentale dell’economia, della cultura e dell’identità italiana.
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