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Il caso
21 Agosto 2025 - 21:00
Zona ibrida, territorio di nessuno. O meglio, sulla carta è Nichelino, a livello pratico l’area è molto più vicina a Borgaretto. Non lontana da Stupinigi. Eccole. Aspettano, sedute su sedie in plastica, pochi centimetri dal guardrail. Cellulare in mano, con l’altra portano alla bocca una sigaretta. Il trucco pesante invecchia visi giovani e colora facce stanche, rassegnate.
E le macchine passano, qualcuno rallenta, qualcun altro si ferma. C’è chi scuote la testa e con il viso esprime disgusto. Sono donne, sono tutte straniere, gli abiti corti che lasciano scoperti lembi di pelle baciati dal sole. Perchè il sole c’è, alto nel cielo, in un’estate di afa, sofferenza e, nel loro caso, anche di sfruttamento. Perchè le donne di cui parliamo non hanno scelto di lavorare all’angolo di una strada. Qualcuno ha deciso per loro, qualcuno ha scelto il loro destino. E non piacciono, da vedere. «Se c’è domanda c’è offerta» commenta Daniel Cannati, il sindaco di Beinasco. «E’ un problema complesso» comincia il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo. Ma non nuovo. Anni fa infatti Nichelino aveva una situazione analoga, in un’altra area, meno periferica «e in qual caso avevamo l’appoggio di alcune associazioni che ci aiutavano, cercando di portarle via dalla strada e dai loro sfruttatori, offrendo loro un percorso per cercare un reinserimento in un contetso dignitoso come meritano». C’è da specificarlo, per dovere di cronaca, le donne di cui parla Tolardo non sono le stesse che, da giugno, sono costrette a vendere il proprio corpo tra Borgaretto e Nichelino. Sono lì tutti i giorni, nelle ore diurne.
«E a giugno abbiamo organizzato un tavolo, con i Comuni coinvolti e l’Ordine Mauriziano, in quanto l’area sarebbe di loro proprieta» dice Cannati. Un’area, che entrambi i sindaci, definiscono «da bonificare da rifiuti e degrado». A questo tavolo, che si ripeterà a breve per avanzare nei lavori, le proposte ad oggi sono «dissuasori New Jersey (quelli di cemento, ndr), il divieto di sosta e fermata per le vetture, una telecamera». E’ franco, Tolardo. Sa che questi provvedimenti non basteranno. E che anche fosse, basterebbe cambiare area o spostarsi di qualche metro per continuare a esercitare quello che chiamano il mestiere più antico del mondo. Antico lo sarà, ma una soluzione in tutti questi millenni non si è mai trovata. I carabinieri controllano, ma i documenti sono in regola e non è reato l’abito succinto in mezzo alla strada. «Non abbiamo molti strumenti. Non possiamo permetterci di pretendere presidi fissi di forze dell’ordine» conclude Tolardo. Che settimanalmente riceve mail - a cui risponde - dove gli viene illustrata la problematica.
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