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27 Agosto 2025 - 09:45
Nel 2025 i trasferimenti di denaro tra familiari restano sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate. Anche se si tratta di semplici aiuti economici o regali, è importante gestirli con trasparenza. Senza una corretta documentazione, infatti, questi movimenti potrebbero essere scambiati per redditi non dichiarati e diventare oggetto di accertamenti fiscali.
Il Fisco ha la possibilità di verificare i flussi bancari in entrata e in uscita. Se non ci sono prove documentali che attestino l’origine del denaro, le somme ricevute possono essere considerate imponibili. Per evitare questo rischio, servono sempre giustificazioni concrete e documenti a supporto.
Una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria della Puglia (n. 4378/2024) ha confermato che i bonifici tra parenti non equivalgono automaticamente a reddito imponibile. Solo se l’Amministrazione finanziaria riesce a dimostrare che derivano da attività economiche, diventano tassabili. In molti casi, quando la finalità è affettiva o di sostegno familiare, non si configurano obblighi fiscali.
Per ridurre il rischio di contestazioni è consigliabile:
usare strumenti tracciabili (bonifici o assegni non trasferibili),
inserire sempre una causale precisa, come “regalo compleanno”, “aiuto familiare temporaneo” o “prestito infruttifero senza interessi”,
conservare eventuali accordi scritti o ricevute.
Se la donazione supera i 5.000 euro in contanti, è preferibile registrarla presso l’Agenzia delle Entrate prima di versare la somma in banca.
Le donazioni di importo rilevante richiedono un atto pubblico firmato davanti al notaio. In mancanza, la donazione può essere contestata. Per importi più modesti tra genitori e figli o tra coniugi, invece, basta il bonifico con causale chiara, senza obbligo di atto notarile.
Se l’Agenzia delle Entrate individua operazioni sospette, può chiedere spiegazioni al contribuente. L’assenza di giustificazioni adeguate comporta la trasformazione della somma in reddito tassabile, con applicazione di sanzioni e interessi.
Bonifico ordinario: contiene i dati del beneficiario e una causale generica.
Bonifico parlante: riporta anche i dati fiscali di chi effettua il pagamento ed è richiesto, ad esempio, per bonus edilizi o agevolazioni fiscali.
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