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Salute e prevenzione
09 Settembre 2025 - 09:51
Con l’avvicinarsi della nuova stagione influenzale, il ministero della Salute ha diffuso i dati ufficiali sulle vaccinazioni effettuate lo scorso inverno. La scorsa ondata è stata tra le più pesanti degli ultimi anni, con circa 16 milioni di casi registrati. Eppure, l’atteggiamento degli italiani nei confronti del vaccino anti-influenzale rimane poco incoraggiante.
Nel complesso, soltanto il 19,6% della popolazione ha scelto la vaccinazione nel 2024/2025, un dato leggermente più alto rispetto al 18,9% dell’anno precedente, ma ancora molto lontano dagli obiettivi fissati. Tra gli over 65 – categoria più fragile – la copertura si ferma al 47,5%, mentre il Piano nazionale di prevenzione vaccinale raccomanda almeno il 75%.
La situazione varia molto da un territorio all’altro. Toscana e Umbria risultano le aree più virtuose, entrambe con una copertura del 22,6%. In fondo alla classifica si trovano invece Calabria (13,7%) e Provincia autonoma di Bolzano (11,1%).
Per quanto riguarda gli anziani, l’Umbria guida ancora la classifica con il 64,1% di vaccinati, mentre Bolzano resta la meno protetta con appena il 33,4%. Curioso il dato di Puglia e Liguria, che hanno superato la media nazionale nella vaccinazione dei bambini sotto i due anni, con coperture vicine al 28%.
Se i numeri restano bassi, arrivano però segnali interessanti dal mondo scientifico. Un gruppo di ricercatori cinesi ha individuato un meccanismo che spiega la maggiore vulnerabilità degli anziani all’influenza: la produzione eccessiva di una proteina chiamata Apolipoproteina D (ApoD), che indebolisce la risposta immunitaria.
Nei test condotti sui topi, ridurre questa proteina ha portato a forme più lievi della malattia e a maggiori probabilità di sopravvivenza. In futuro, farmaci mirati potrebbero rappresentare un’arma non solo contro l’influenza, ma anche contro altri virus come il Sars-CoV-2.
Parallelamente, i bollettini del ministero segnalano un aumento dei contagi da Covid-19: oltre 2.000 nuove infezioni in una settimana (+47% rispetto alla precedente), con 8 decessi. Al momento però non si osserva un impatto significativo sugli ospedali.
A preoccupare c’è anche il virus respiratorio sinciziale (VRS), principale causa di bronchiolite nei neonati. La Società Italiana di Pediatria (Sip) e la Società Italiana di Neonatologia (Sin) hanno chiesto di avviare già da ottobre 2025 una campagna di immunizzazione universale per tutti i bambini nati tra aprile 2025 e marzo 2026, e per quelli alla loro seconda stagione a rischio. L’unico strumento oggi disponibile in Italia è l’anticorpo monoclonale nirsevimab.
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